Oltre duecentomila euro sono stati sequestrati dalla guardia di finanza di Messina. L’indagine riguarda la pensione sociale erogata dall’Inps a sette persone di origini siciliane ma che da tempo non vivono in Italia. La normativa, tuttavia, prevede che oltre alla residenza va dimostrata anche la continuativa dimora nel territorio nazionale.
Da quanto è stato ricostruito dalla finanza, i sette risultavano essere rientrati dal Sudamerica o da altri paesi europei prendendo residenza nei piccoli centri della costa ionica. Poco dopo avevano formulato la richiesta per ricevere la pensione. La realtà sarebbe stata diversa e gli indagati avrebbero pianificato quello che la procura di Messina ha definito un «fittizio trasferimento della residenza in Italia non appena raggiunta l’età minima per accedere alla prestazione previdenziale».
A insospettire i militari è stata la scelta di case mai abitate dove fissare la residenza o la presenza negli elenchi dei medici di base senza però che questi ultimi li avessero mai visti. In alcuni casi gli indagati avrebbero simulato la separazione dal coniuge, per dimostrare di avere il requisito reddituale necessario ad accedere all’assegno sociale.
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