Una truffa ai danni dell’Inps di importo ancora da quantificare ma che potrebbe essere, secondo una prima stima effettuata dalle autorità competenti, di circa due milioni di euro. Almeno secondo la prima ipotesi, che attende di essere confermata o smentita dopo l’analisi di una vasta documentazione da parte dei carabinieri della compagnia di Paternò. Sono stati loro a recarsi nei giorni scorsi, a più riprese, negli uffici della sede Inps di Paternò, in viale dei Platani, per ritirare una serie di faldoni per fare chiarezza sulla presunta truffa perpetrata da numerose aziende del distretto paternese. Il numero dovrebbe aggirarsi intorno alle decina di ditte, tutte operanti nel settore agricolo, che nel biennio 2017-18 avrebbero fittiziamente assunto centinaia, se non addirittura migliaia, di dipendenti. Un danno enorme per le casse dello Stato.
Non è ancora chiaro se l’attività investigativa sia partita a seguito della denuncia presentata da un privato oppure da un ente pubblico. I militari dell’Arma stanno procedendo a esaminare le numerose dichiarazioni aziendali attestanti l’impiego, mai avvenuto, di operai al fine di consentire l’indebita percezione di indennità di disoccupazione, malattia, assegno nucleo familiare e maternità. Sulla vicenda è intervenuta la Uil-Uila che, per voce di Nino Marino e Roberto Prestigiacomo, che plaude «alle forze dell’ordine e ai carabinieri della compagnia di Paternò. Da tempo come organizzazioni sindacali avevamo denunciato questo triste fenomeno. Abbiamo sempre proposto che l’ispezione venga fatta all’azienda al momento in cui procede all’assunzione, non dopo due, tre anni».
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