Trovare un bed&breakfast a Catania «Nella folkloristica via Plebiscito»

Una volta un amico piemontese, mentre addentava una cipollata in via Plebiscito, rimase molto colpito quando gli spiegai delle corse clandestine di cavalli e del fatto che, per quanto i collegamenti non siano dimostrati e le forze dell’ordine possano negarli, tutti i catanesi sanno che i quadrupedi che perdono la gara finiscono nel panino. È una verità non scritta ma nota. Una delle tante, in città. Il mio amico piemontese, quella volta, m’ha detto: «In un posto civile non può succedere una cosa del genere». Io ho riso. Da quel momento, visualizzo la faccia del mio amico nordico ogni volta che passo da là e qualcuno mi urla: «Signorinella, s’ummucca ‘n caddozzu i sasizza?» (trad: «Dolce signorina, gradirebbe che le preparassi alla griglia un nodo di gustosa salsiccia, probabilmente condita con formaggio e semi di finocchio?»).

Via Plebiscito è anche il posto in cui se hai cara la borsa ti conviene tenerla a tracolla. L’ho imparato a mie spese la volta che me l’hanno scippata in una traversa, alle 19 del sabato prima di Pasqua. Sono passati questi due col motorino, io avevo appena comprato le sigarette al distributore automatico, loro si sono avvicinati e me l’hanno portata via. Prima li ho rincorsi urlando le peggiori bestemmie che mi venissero in mente, proprio come una signorina, poi mi sono fermata e mi sono dispiaciuta per loro: mi erano rimasti solo tre euro, e il portafogli ne valeva credo quattro. Il cellulare, poi, lo tenevo in tasca. Niente da fare, ai miei scippatori era andata male. Quando sono arrivati i carabinieri, mi sono sentita un po’ scema: e certo che ti scippano la borsa se cammini da sola in via Plebiscito alle 19.

La lunga premessa di cui sopra, che è parte della vita quotidiana del quartiere Antico Corso, dev’essere quello che i proprietari di un bed and breakfast della zona chiamano «folklore». Nello specifico, questi signori scrivono: «Le stanze sono situate nella folkloristica via Plebiscito, a qualche minuto a piedi da piazza Duomo e dalle principali attrattive». The real catanese’s experience, insomma. L’ho scoperta cercando b&b in città, cosa quasi del tutto nuova. Se sono perfettamente in grado di trovare posti carucci in altri capoluoghi, regioni, nazioni e perfino continenti, mi sono trovata in difficoltà a Catania, casa mia, il luogo che mi è più ameno tra tutti.

Il motivo è semplice: conosco Catania e riconosco le bugie. In primo luogo, so che chi ha scritto «a pochi metri dalla fermata dell’autobus per raggiungere meta-a-caso» rideva. Perché a Catania dai per scontato che gli autobus non esistano. Neanche li prendi in considerazione. A meno di non avere molto tempo e molta pazienza a tua disposizione. E se il tempo a un turista magari non manca, la pazienza, a chi è abituato all’efficienza dei mezzi pubblici di qualunque altro posto in Italia e nel mondo, verrà meno. Certo, Catania è una città piccola, ma non piccola come le descrizioni delle strutture ricettive vorrebbero.

«A 1,5 chilometri dal mar Ionio e dal porto, a quindici minuti dall’aeroporto e a mezz’ora dal parco dell’Etna», dichiarano i gestori di un alberghetto in piazza Verga. Un posto mari e monti, solare e un po’ pazzo. Un hotel concorrente, stessa zona, rilancia con «balconi con vista sul tribunale, a due passi dalla celebre spiaggia nera di San Giovanni Li Cuti». Due passi abbastanza lunghi, c’è da dire. E chi non ha sempre sognato di affacciarsi su una statua della giustizia? Un altro ancora, sempre da quelle parti, preferisce non dare indicazioni di alcun tipo: «Situato in Sicilia orientale», scrive nella descrizione. E non ci si può sbagliare. Oppure: «Il b&b si trova a sei minuti di macchina dal porto, collegato anche con Napoli». Nel caso uno avesse voglia di una gita fuori porta.

Un b&b che nella descrizione in inglese riporta «near the city center» si affaccia, in realtà, sull’ultimo lido della playa. Ed è una di quelle strutture che fornisce «una colazione semplice, con prodotti preconfezionati». Niente a che vedere con quelle che stanno in via Etnea ma per il primo pasto della giornata sono convenzionate con un bar di San Giovanni La Punta, buono per avvicinarsi «al suggestivo monte Etna». Non sono riuscita a non innamorarmi anche di quel gestore che dichiara che il suo bed and breakfast si trova «a metà strada tra il mare, la montagna e il centro», perché dista solo un paio di chilometri dalla «stazione circumetnea Borgo». L’indirizzo parla chiaro: il posto è al di là della circonvallazione, poco oltre la cittadella universitaria. Arrivare al mare è una passeggiata di salute. Tornare indietro non ne parliamo.

Una struttura vanta «suite anallergiche», un’altra dice che i cani, «su richiesta, potranno essere accomodati nel recinto all’aperto e fare compagnia alle galline presenti in loco». C’è anche quella, dalle parti della stazione, che precisa che a «trenta metri dall’ingresso» c’è la fermata dell’autobus che porta alla «vicina spiaggia di Taormina». Taormina, lo ricordiamo, è in provincia di Messina. Un b&b in via Sant’Euplio ha riempito la sua pagina di foto dei faraglioni di Aci Trezza e, tra le principali attrazioni, segnala la possibilità di noleggiare barche per gite «lungo il prossimo litorale». Ce n’è perfino uno, in corso Sicilia, che si dichiara comodo perché «ubicato vicino la fermata della metropolitana». E non aggiunge che i lavori per il completamento di quella stazione saranno ultimati, probabilmente, nel prossimo millennio.

Ho scoperto, in questo breve tour online, che qualunque via può diventare una via dello shopping. Corso Italia (e va bene), viale Jonio, viale Libertà, viale Vittorio Veneto, e perfino il viale Mario Rapisardi.  Ho scoperto anche che la «colazione dolce alla siciliana» è «a base di croissant e cappuccino». E che il posizionamento geografico dell’aeroporto di Fontanarossa cambia in base all’edificio nel quale si dovrebbe prenotare un soggiorno. Ma è sempre, al massimo, a otto minuti di distanza. Non avevo idea che la strada principale di Catania fosse via Vittorio Emanuele, né sapevo che il trovarsi «poco più di sei chilometri dal mare» fosse un plus.

Fossi un turista, non saprei resistere alla possibilità di «dormire in una barca a vela ormeggiata al porto», con vista sul più suggestivo parcheggio per coppiette in cerca di un’automobilistica intimità. Uno si sveglia e si ritrova, sul ponte del veliero, i preservativi usati gettati dai finestrini. Una romantica sicurezza. E probabilmente cercano la sicurezza anche gli ospiti delle case vacanze in zona piazza Dante: «Nei pressi dell’università, e dei tre ospedali principali».

Vai al blog Luoghi Comuni. Storie di città fatte a pezzi, de La Capa

[Foto di jonnydalfy]

Luisa Santangelo

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