Troppi evasori, Paternò prova a correre ai ripari Si propone il ricorso ai privati per la riscossione

Un monte crediti della consistenza di diversi milioni di euro, con un servizio riscossione interno che lascia a desiderare, ha spinto il Comune di Paternò a correre ai ripari. Così il municipio ha deciso di procedere, attraverso un bando pubblico ad affidare la concessione del servizio di accertamento e riscossione coattiva delle entrate tributarie e patrimoniali dell’ente per il periodo 2020-2025: «Nell’attuale regime della finanza locale la gestione delle entrate proprie dell’ente ha assunto una rilevanza strategica fondamentale e il perseguimento di obiettivi di efficacia ed efficienza è assolutamente prioritario per il mantenimento degli equilibri finanziari dell’ente – c’è scritto nella delibera di giunta – confermato a tutt’oggi l’impossibilità di organizzare e gestire direttamente, in tutto in parte, le attività di riscossione coattiva, attraverso strutture interne all’ente, in considerazione del fatto che la complessità delle attività previste richiede un’organizzazione in termini di risorse umane e strumentali non presenti all’interno dell’Amministrazione».

Tutto ciò si accompagna anche la carenza di personale dell’ufficio preposto alla gestione dei tributi e tasse. Necessario un processo di esternalizzazione anche delle fase di accertamento, gestita fino a oggi in economia. Per questo la giunta ha deciso di fare ricorso all’aiuto dei privati per il prossimo quinquennio, anche se tutto deve passare dal vaglio del Consiglio comunale. «Chi si aggiudicherà l’appalto procederà alla riscossione delle tasse e dei tributi non pagati a partire dal 2015 – ha detto il vicesindaco con delega al Bilancio Ezio Mannino – Dati alla mano, ci sono venuti a mancare nel 2015 otto milioni di euro tra Tari e Imu, poi tributi minori: l’occupazione del suolo pubblico, la pubblicità, le violazioni al codice della strada… Sono in troppi a evadere le tasse».

Intanto si lavora per regolarizzare il rapporto debito-credito che si è creato negli anni tra il Comune di Paternò e Ato Simeto-Ambiente, adesso in liquidazione: l’ente comunale vanta nei confronti degli utenti un credito di 22 milioni di euro. In particolare nel periodo in cui la gestione dei rifiuti era nelle mani dell’Ato, il Comune di Paternò per sopperire al mancato pagamento della tassa sui rifiuti da parte dei cittadini aveva anticipato somme per coprire i costi di gestione del servizio. «Stiamo lavorando per risolvere la questione già col bilancio del 2020».

Salvatore Caruso

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