Quasi due settimane dopo la comparsa dei primi sintomi, arriva l’ufficialità: Fabio Venezia, il sindaco di Troina, ha contratto il Covid-19. A togliere i dubbi, ridotti al lumicino, è stato il responso del tampone a cui il primo cittadino del centro dell’Ennese – uno dei quattro comuni siciliani dichiarati zona rossa – si è sottoposto lunedì. «Fortunatamente sto un po’ meglio, già subito dopo la Tac che aveva evidenziato l’infezione ai polmoni – racconta Venezia a MeridioNews – ho iniziato a fare la terapia con i medicinali a base di azitromicina e idrossiclorochina».
Dal 26 marzo il sindaco ha mantenuto un filo diretto con i propri assessori e il responsabile della Protezione civile. «Ho una squadra che funziona benissimo e ognuno sta cercando di fare il proprio meglio – continua Venezia – ma la verità è che tutta la comunità finora ha risposto nella maniera più seria possibile. Non ci sono stati comportamenti inopportuni e tutti hanno capito l’importanza di rispettare le regole». L’ondata di contagi a Troina è legata all’Oasi, la struttura sanitaria che si occupa di assistenza ai disabili. «Ci sono stati quattro morti e, a oggi – continua Venezia – le persone risultate positive al virus sono 157, tra pazienti e dipendenti. E i numeri sono destinati a salire, perché si attende il risultato di altri 190 tamponi effettuati nelle ultime 48 ore. È importante però sottolineare – aggiunge – che si è riuscito a confinare la diffusione all’interno dell’ospedale».
La comparsa del focolaio, in un primo momento, ha acceso i riflettori sulle modalità con cui l’Oasi ha fronteggiato l’epidemia. Dalla Regione è arrivato anche un commissario straordinario. «Le autorità nazionali e regionali si sono mostrate reattive e disponibili nei nostri confronti – commenta Venezia – ma mi sento anche di dire che non era semplice impedire l’aumento dei contagi in una struttura in cui i sanitari gestiscono pazienti disabili psichici, dove il contatto fisico è quotidiano». Il sindaco ribadisce che le misure precauzionali erano state prese: «Già nelle settimane precedenti al primo caso erano state sospese le visite dei parenti, ma non è bastato».
Lo stesso primo cittadino ha contratto il Covid-19 dentro l’Oasi. «Ho partecipato a tre riunioni con il personale e ho dato una mano nel momento in cui è stato necessario destinare una struttura all’ospitalità dei medici e infermieri che, per cautela, hanno scelto di non tornare dai propri familiari per evitare di contagiarli – sottolinea – In tutte queste occasioni avevo la mascherina, ma il virus è pericoloso perché basta toccare una maniglia e poi portarsi le mani agli occhi per restare contagiati».
Questa mattina a Troina sono arrivate quattromila mascherine Ffp2, oltre 50mila mascherine chirurgiche e poi occhiali, tute e guanti. «Quello dei ritardi nelle forniture dei dispositivi di protezione individuali è stato un problema – ammette Venezia – ma non ha riguardato soltanto noi. La carenza è stata chiara in tutta Italia». Adesso è il momento di guardare avanti. «Bisogna mantenere alta l’attenzione, ma anche essere convinti del fatto che solo continuando a impegnarci al massimo riusciremo a superare questa emergenza», aggiunge il primo cittadino.
Un impegno da portare avanti senza dimenticarsi di essere un paziente. «Dal primo momento vivo isolato in una stanza di casa e uso un bagno personale. Mia moglie mi porta il cibo dietro la porta. I bambini? Hanno capito che il papà non sta bene, ma tutto sommato sono sereni».
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