Una scritta su una parete del mattatoio comunale di Troina: «Santo ti finirà come Antoci». Il destinatario di quello che sembra un messaggio intimidatorio è Santo Pappalardo, imprenditore e allevatore, titolare del consorzio Amp Nebrodi che gestisce il locale dove avviene la macellazione.
Parole lasciate stanotte su un muro bianco con vernice rossa. Il consorzio da anni gestisce la macellazione nell’immobile di proprietà comunale. «Non mi preoccupo più di tanto, anche se oggi non ho mangiato – racconta a MeridioNews Pappalardo – non ho mai avuto problemi da quando gestisco il mattatoio. Sin dall’inizio ho messo dei paletti: chi vuole venire a macellare qui deve essere a posto con la documentazione, nessuna cazzata».
Dal 2012 il consorzio si occupa del servizio. Il bacino di utenza è ampio. «Vengono da noi allevatori di Troina, Gagliano, Cerami, Capizzi, Nicosia, San Teodoro, Cesarò e Bronte. In un anno macelliamo circa 800 capi», spiega il titolare. Per ogni capo il costo è di 80 euro. «Da febbraio-marzo gli allevatori pagano direttamente noi in cambio di regolare fattura». La principale attività di Pappalardo rimane l’edilizia. «Ho quattro vacche per piacere, perché anche i miei genitori erano allevatori». Ed è socio del consorzio Amp Nebrodi insieme ad altri nove imprenditori.
Antoci? «Mi ha chiamato qualche ora fa per dare la sua solidarietà – continua Pappalardo – ma era la prima volta che lo sentivo. Sono d’accordo con la battaglia che sta portando avanti insieme al sindaco di Troina, quella che combattono è mafia e questi maiali si devono togliere». Tuttavia l’imprenditore non si sbilancia rispetto ai responsabili della scritta intimidatoria. «Non ho idea, non posso dire se è mafia o meno».
Sull’episodio indaga la polizia di Stato, mentre domani si riunirà il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza per valutare le eventuali misure da prendere. «Io non ho mai ricevuto pressioni – conclude Pappalardo – e non penso che dobbiamo arrivare a misure di protezione».
«Da parte mia – sono le pronte parole di Antoci – non c’è alcuna intenzione di fermarmi di un passo, di interrompere il mio percorso. Più continuano a farmi arrivare minacce, a mandare proiettili, a far trovare scritte, più mi rendo conto di stare percorrendo la strada giusta, di avere il dovere di non arretrare di un centimetro. Questa non è la guerra di Antoci, questa è una battaglia per la dignità di questa terra, io non sono solo, le istituzioni sono al mio fianco. Possono mandare tutti i messaggi che vogliono». Il sindaco di Troina, Fabio Venezia, da oltre un anno sotto scorta per la battaglia contro la mafia dei pascoli, esprime «ferma condanna per l’episodio e la massima solidarietà umana e politica alla cooperativa che gestisce il mattatoio e al suo presidente».
Pochi giorni dopo l’attentato al presidente del parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, il governatore Rosario Crocetta aveva sollevato l’allarme sul settore della macellazione, «fortemente in mano a Cosa Nostra». Per questo nei mesi scorsi era stata annunciata l’istituzione di una commissione d’indagine sul mercato della carne nell’Isola, col compito di verificare la gestione dei pascoli, la correttezza e la tempestività delle comunicazioni sanitarie di competenza degli organi regionali, di accertare eventuali responsabilità degli organi deputati alla vigilanza, al controllo e alla gestione di competenza.
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