Troina, inaugurata mostra dedicata a Tiziano «Turismo culturale per creare occupazione»

Dai caveaux svizzeri a Troina. Un tragitto inedito che grazie a una straordinaria sinergia tra pubblico e privato ha permesso di esporre nella cittadina normanna cinque dipinti di altissimo valore storico e culturale. A ospitare la prestigiosa rassegna d’arte intitolata Omaggio a Tiziano. Capolavori a confronto è la suggestiva Torre Capitania, una costruzione del XII secolo nel cuore del centro storico di Troina. Fino al 15 ottobre sarà possibile ammirare il Ritratto di Paolo III col camauro, esposto per la prima volta al pubblico, e il Ritratto di Dama di Tiziano, l’Ecce Homo attribuito agli allievi della Bottega di Antonello da Messina, la Madonna delle rose in trono dei fratelli Luini e il Ritratto d’uomo, ufficiale ignoto del pittore fiammingo Van Ravesteyn. Cinque dipinti che daranno vita a un percorso storico-artistico incentrato sul ritratto, il volto, l’espressione dal Rinascimento alla Maniera.

A presenziare all’inaugurazione, oltre al sindaco di Troina Fabio Venezia, c’erano l’assessore regionale al turismo Anthony Barbagallo; il professore Paolo Giansiracusa, docente di Storia dell’arte presso l’Accademia delle Belle Arti di Catania e curatore della mostra; l’esperto d’arte Claudio Metzger e la professoressa Carmen Salvo, docente di Storia moderna dell’Università di Catania.

«La città di Troina – afferma Venezia – diventa il primo centro a sud di Napoli a esporre Tiziano. Un risultato straordinario che è stato raggiunto grazie anche al prezioso contributo di Ugo Miano, figlio del noto pittore troinese Gaetano Miani, il quale ha concesso in prestito un’opera di Tiziano Vecellio per esporla a Troina e al generoso supporto di due grandi uomini di cultura: Paolo Giansuracusa e Claudio Metzger. Il turismo culturale è in crescita in tutta Italia – prosegue – e, come ha già dimostrato lo scorso anno la mostra fotografica di Robert Capa, ci sono le condizioni, attraverso un’offerta culturale di buon livello, per creare ricchezza e occupazione. Inoltre, come in tutte le moderne esposizioni, abbiamo voluto allestire anche uno spazio multimediale per accompagnare i visitatori in un viaggio storico-artistico indietro nel tempo per poter meglio comprendere ciò che sta dietro l’aspetto estetico di ogni singola opera d’arte».

Dello stesso parere sono le dichiarazioni dell’assessore Barbagallo: «Questa mostra rappresenta un segno dei tempi che cambiano. C’è una classe dirigente in Sicilia che investe sulla cultura e sul turismo». Grande soddisfazione è stata espressa anche dal professore Giansiracusa: «Il percorso artistico che abbiamo scelto ha il suo fulcro nel Ritratto di Paolo III Farnese perché lo stile di Tiziano esercita una significativa influenza fino alla metà del 600. Dalla figura idealizzata, rappresentata dall’Ecce homo degli allievi di Antonello da Messina, – commenta lo studioso – si passa a una figura vera, rappresentata da Paolo III. Tiziano diventa il pittore che guarda la realtà e la dipinge. Basti pensare che proprio questo quadro, esposto in terrazza da Tiziano per far asciugare i colori, fu oggetto di devozione da parte dei passanti perché ritenevano che fosse realmente il Papa». 

L’innovazione di Tiziano riguarda anche lo stile. «Da una pittura tonale si passa a una pittura gestuale – spiega ancora il professore – cioè la pennellata ci rivela il gesto pittorico, ci fa capire come l’artista ha mosso il braccio o la mano per fare quella campitura. Tratti caratteristici che si ritrovano anche negli altri dipinti esposti e che completano il percorso storico-artistico. Questi temi saranno approfonditi nei prossimi mesi attraverso conferenze e incontri intitolati metti un sabato a Troina con Tiziano».

Ultima battuta per il primo cittadino, che tiene a sottolineare il traguardo ottenuto. «Si tratta del segno tangibile della voglia di cambiamento di un’intera comunità che intende promuovere per il suo futuro un modello di sviluppo virtuoso fondato sulla cultura e sulla valorizzazione dei propri beni culturali. Molti – conclude Venezia – ancora oggi stentano a credere che si è potuto organizzare in un piccolo centro un evento di tale spessore culturale. Eppure ce l’abbiamo fatta».

Salvo Caniglia

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