Triathlon, un catanese in finale alle Hawaii «Disciplina e rinunce per arrivare fino a qui»

Venticinque ore di allenamento settimanali. Tre giorni in piscina, quattro in bici, cinque di corsa. È questa la settimana tipo del pilota catanese della marina militare Luca Marra a pochi giorni dai campionati mondiali di Ironman, evento legato al Triathlon che si svolgerà l’8 ottobre a Kona, nelle isole Hawaii.

Il trentottenne – in servizio presso il 41° stormo di Sigonella – rappresenterà l’Italia e la Sicilia alla gara di sport di resistenza più famosa al mondo, ed entrerà nella storia sportiva dell’isola come il primo atleta siciliano a prenderne parte. «Entrare nella storia mi piace come termine – risponde l’atleta a chi glielo fa notare – ma voglio mantenere un basso profilo e non montarmi la testa. Sono felice e mi auguro, anzi sono sicuro, che ce ne saranno altri dopo di me». Nonostante la Sicilia non abbia una grande tradizione in questo ambito, Marra – che il pubblico potrà seguire sulla pagina Facebook Luca Marra Road To Kona – sottolinea come «negli ultimi dieci anni siamo cresciuti e continuiamo a crescere con tanti ragazzini in gamba che presto si qualificheranno».

Ma oggi è su di lui che si rivolgono le attenzioni del mondo sportivo. Dopo gli studi al collegio militare Morosini di Venezia e i quattro anni trascorsi all’accademia di Livorno, nel 2000 Marra parte per gli Stati Uniti per frequentare le scuole di volo tra la Florida e il Texas, conseguendo il brevetto da pilota. Nel 2001 si stabilisce a Sigonella, dove vola sullo stesso aereo del padre, operatore di volo in marina.

Tra sforzi e sacrifici e compatibilmente con gli impegni lavorativi, lo scorso 27 settembre all’Ironman Superfrog di Coronado, in California, l’atleta è riuscito a qualificarsi per il mondiale che si disputerà a breve. «Tutti quelli che praticano Triathlon sognano la finale delle Hawaii – racconta a MeridioNews – e sono stato fortunato perché in California le condizioni erano particolari, ottimali per me». Il mare agitato ha sconvolto i concorrenti, abituati ad allenarsi in piscina, ma non l’atleta siciliano, da sempre abituato al mare. Ed è lì che ha ottenuto la qualifica, «l’inizio di un’avventura lunga un anno» per lui, che l’ha vissuta tra preparazione e rinunce. «È un’occasione che non so se si ripresenterà mai nella vita e ho fatto di tutto per arrivarci». L’allenamento settimanale viene infatti intensificato nel week end, quando Marra programma uscite di sette ore in bici e allenamenti combinati. «Si pedala per 120 chilometri e si corre per 15 chilometri» – spiega. Previsto anche l’allenamento in palestra, specie nel periodo invernale, in cui pratica stretching, allungamento muscolare, yoga e pilates. «Quando devi stare quattro o cinque ore in bici avere schiena o gambe contratte non porta da nessuna parte. E queste attività, che spesso snobbiamo, hanno un’importanza fondamentale».

Anche dal punto di vista alimentare le rinunce non mancano. «Devo dire “no” a tutto ciò che è buono, perché paradossalmente tutto quello che è buono fa male». Niente alcool, pochi dolci e guerra aperta al glutine e all’assunzione di carboidrati. «Se devo stare sei ore in bici posso concedermi il cornetto alla Nutella, che di solito è vietato, ma cerco di fare attenzione perché ogni grammo in più è peso che porto dietro nella corsa».

Anche se resta il nuoto la disciplina che spaventa di più, su cui il siciliano si sente abbastanza preparato grazie all’esperienza nel cosiddetto Pentathlon navale. «Adesso sono più specializzato nella bici, la frazione di gara che richiede più tempo e concentrazione». Che Luca ottiene con pensieri positivi che tengono lontane fatica e stanchezza. «Penso all’arrivo, che finirà presto, ai miei genitori che mi hanno sempre sostenuto». Da quando, durante gli anni trascorsi a Livorno, ha scoperto per caso il Triathlon. «Ero in accademia e leggevo Focus, dove si parlava di questo sport che non conoscevo». Dopo aver gareggiato per la prima volta a Grosseto non ne ha più potuto fare a meno. «Ti prende, ti mette alla prova e ti porta a competere contro te stesso, in un ambiente sano in cui ci si incita e che vuole essere una risposta al clima anti sportivo che si respira in altri sport».

E durante il mondiale l’unico nemico sarà il tempo, visto che la gara prevede una frazione di nuoto di 3,8 chilometri, in bici di 180 chilometri e una maratona da 42,195 chilometri da percorrere in un tempo limite di 17 ore. «Quanto impiegherò? Ci penso ma non lo dico per scaramanzia, anche perché farsi delle aspettative è la cosa più sbagliata, soprattutto in una gara così lunga. Se hai un tempo da inseguire rischi di diventarne schiavo, io ho un sogno nel cassetto ma aspetterò che sia finita per svelarlo». 

Giorgia Lodato

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