Trent’anni fa l’omicidio di Salvatore Zangara, vittima innocente della mafia

ERA IL SEGRETARIO DEL PSI DI CINISI. RIMASTO UCCISO IN UN FALLITO ATTENTATO AL BOSS PROCOPIO DI MAGGIO

di Franco Cascio

In un’intervista rilasciata a metà degli anni novanta al quotidiano l’Unità, lo storico capomafia di Cinisi Procopio Di Maggio parla tra le altre cose degli attentati subiti nel corso della sua vita. E ne parla con un cinismo sprezzante: «La seconda volta fu nel 1983 in piazza a Cinisi. Ero con quattro conoscenti quando si avvicinò un’auto e cominciarono gli spari. Uno dei miei interlocutori fu colpito alla schiena, un altro all’altezza della cravatta, l’altro ancora sulla guancia, il quarto lo uccisero. Io rimasi illeso». Quasi illeso era rimasto anche nell’attentato che aveva subito due anni prima: una Giulietta fiondò al suo distributore di benzina sparando all’impazzata. Il boss, ferito e sanguinante, reagì e si salvò la vita.
In quegli anni era in corso la faida tra i Badalamenti e i Di Maggio, da sempre ostili, soprattutto dopo la morte di uno dei figli di don Procopio in un poco chiaro incidente stradale. Un altro figlio del capomafia di Cinisi – che con l’aiuto di due bastoni di legno riesce ancora oggi ad andarsene in giro per il paese- lo uccideranno poi nel 2000.

Il “quarto” dell’attentato del 1983 era Salvatore Zangara. La sera dell’8 ottobre 1983 la centralissima piazza di Cinisi fu scenario dell’ennesimo fatto di sangue di quella che sarà ricordata come la seconda guerra di mafia, il conflitto tra Badalamenti e i suoi alleati e i corleonesi. Da una Renault 5 arrivarono gli spari all’indirizzo di Di Maggio che si fece scudo di alcuni passanti. Il boss mafioso si salvò ancora una volta, mentre a essere raggiunto mortalmente dai colpi fu Salvatore Zangara, 52 anni, sposato e padre di tre figli, titolare di un laboratorio di analisi, segretario locale del P.S.I.? Per caso si trovava a passare nel luogo dell’agguato.? La raffica di proiettili destinati al capomafia di Cinisi raggiunse Zangara e altre due persone che rimasero gravemente ferite.
L’omicidio di Salvatore Zangara è rimasto impunito. Non sono mai stati individuati mandanti ed esecutori dell’attentato.
Nel 1987 Salvatore Zangara fu riconosciuto vittima innocente della mafia e nel 1995 l’amministrazione comunale di Cinisi pose una targa in sua memoria .

Quest’anno ricorre il trentesimo anniversario della morte di Zangara, avvenuta per mano mafiosa. Un omicidio destinato forse a rimanere per sempre avvolto nel mistero, tanto da permettere a Procopio Di Maggio – una condanna al maxiprocesso, indicato come uno dei componenti della commissione di Cosa nostra e capo mandamento di Cinisi – di poter dire al giornalista che lo intervista: «Crede che se avessero mirato a me sarei qui a raccontarlo?».

Franco Cascio

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