Treni del gol, procura chiede il giudizio per Pulvirenti «L’ex presidente del Catania vertice delle combine»

Il pubblico ministero Alessandro Sorrentino conferma, davanti alla giudice Francesca Cercone, la richiesta di rinvio a giudizio per tutti gli imputati del processo Treni del gol. Il caso giudiziario riguarda le presunte combine ai risultati di cinque partite del campionato di serie B 2014/15. Incontri truccati secondo l’accusa «da una squadra, con al vertice decisionale Antonino Pulvirenti», spiega il magistrato. Alla richiesta si associano le parti civili, tra le quali spiccano tifosi, abbonati e l’agenzia di scommesse austriaca Sks 365.

Secondo la versione dell’accusa, l’organizzazione operava in modo rodato: «Pulvirenti, l’ex amministratore delegato Pablo Cosentino e l’ex direttore sportivo Daniele Delli Carri decidevano di attivare i contatti con gli altri imputati per realizzare l’alterazione del risultato». La prima gara al centro dell’inchiesta è Catania-Avellino del marzo 2015. Per la quale, come aggiunge il legale della Lega Serie B, «è stata ravvisata una considerevole anomalia nell’andamento dei flussi di scommesse».

Non ci sarebbe stata solo l’intenzione di evitare la retrocessione del Catania – come sostenuto dalla difesa di Pulvirenti rappresentata dal professore Giovanni Grasso – tra gli obiettivi delle combine. «Il meccanismo è servito anche a produrre un illecito arricchimento», sostiene il legale della Sks 365. Nome dell’agenzia di scommesse che è stata accolta tra le parti civili che chiedono risarcimenti: «Sono state pagate vincite per risultati non regolari», aggiunge. Posizione che pare collegata al ruolo svolto, secondo l’accusa, da Giovanni Impellizzeri.

Nella ricostruzione del pubblico ministero, l’ex calciatore del Belpasso di Pulvirenti e titolare di alcune agenzie di scommesse – con cui il patron del Catania è stato fotografato più volte seduto al bar dagli inquirenti – avrebbe avuto il ruolo di organizzatore e finanziatore delle combine. Tra le parti civili ci sono anche i tifosi e gli abbonati, che chiedono un
risarcimento per danni materiali ma soprattutto morali: «la loro fede
è stata tradita dal club», sostiene il loro avvocato. 

Marco Di Mauro

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