Tremila: tremila cosa? Anni? Eccessivo e troppo ambizioso. Euro? Sarebbe già qualcosa, ma non ci siamo ancora. Idee? Sì, proprio! Tutte in una volta, così non se ne realizza nessuna.
No, no, cari amici siamo fuori strada. Tremila articoli. Step1 festeggia questo insolito traguardo. Che sembrava lontanissimo quando, tutti insieme abbiamo cominciato, e invece ora è già passato, tanto da indurci a guardare avanti, magari al pezzo numero cinquemila.
In questi tremila articoli abbiamo messo un po’ di tutto, cose buone e qualche schifezza. Un paio di scoop di discreto peso, molte – troppe – recensioni. Alcuni esempi di buon giornalismo d’inchiesta. Molte testimonianze di pigrizia. Qualche sciatteria.
Insomma: più o meno un giornale. Molto peggiore di come ci piacerebbe che fosse. Ma anche molto migliore di come temevamo potesse diventare.

In questi tremila articoli c’è però un ingrediente speciale, che spesso manca altrove, e che in uno stanco e ormai abbastanza deluso giornalista di lungo corso provoca una sensazione piacevole, c’è l’entusiasmo di tutti quelli che si sono seduti davanti a un computer e hanno cominciato a scrivere.
Molti per la prima volta, altri con qualche esperienza. Ma tutti – quasi tutti – con una voglia di fare, di raccontare questa città, l’università dove studiano, il mondo che li aspetta, che merita rispetto.
Siamo contenti di Step1? Alla fine direi di sì.
Con un’avvertenza. E’ necessario fare un salto di qualità. Guardare avanti per dire e spiegare in maniera nuova. Con i nuovi linguaggi che le nuove generazioni hanno adottato. Baricco li chiama “i Barbari”, quelli che hanno già dato il via alla grande mutazione. Quelli che hanno le branchie e che noi adulti guardiamo con aria critica ma, in fondo, sentendo che ci piacerebbe se non proprio essere come loro capire almeno che mondo stanno disegnando. Un problema di mappe, per l’appunto.

Step1 può diventare un nuovo Atlante, con tutti i limiti che le sue risorse comportano? Assolutamente no, le mappe non esistono più.
Può diventare forse un piccolo motore di ricerche, il surf per curiosare da una parte all’altra di questo universo liquido.
Ci riusciremo? Difficile dirlo. Di certo un impegno ancora una volta forse possiamo prenderlo.
Ci proveremo. Cavolo, ci proveremo…

Enrico Escher

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