Trattativa Stato-mafia/ Napolitano vince, Ingroia sempre più solo

Csm e Anm uniti contro Antonio Ingroia. Le sentenze non si commentano, tantomeno se a scriverle è la Corte Costituzionale. Credevate di vivere in democrazia? Sbagliato.

Il giorno dopo la decisione della Consulta, che nel conflitto d’attribuzione Capo dello Stato-Procura di Palermo, ha accolto il ricorso di Napolitano e ha chiesto che le intercettazioni delle sue conversazioni con Nicola Mancino sulle indagini relative alla trattativa Stato-mafia, siano distrutte, le polemiche non si placano.

Le  parole dell’ex procuratore aggiunto di Palermo hanno fatto tanto rumore. “Ragioni politiche prima ancora che giuridiche”, ha affermato il pm  che stasera sarà ospite di Michele Santoro, commentando la sentenza. Insomma, secondo Ingroia,”non c’era altra via d’uscita che dare ragione al presidente della Repubblica”.  Una considerazione alquanto evidente e logica, che però viene ufficialmente condannata.

“Non si può assolutamente parlare di decisione politica, né intendere i conflitti come contrapposizioni tra poteri dello Stato”, gli ha replicato il presidente dell’Anm Rodolfo Sabelli. E poi, ha aggiunto, “ancora non sono note le disposizioni”. “La Corte costituzionale è una delle massime istituzioni e la sua autonomia e indipendenza non può essere messa in discussione”, ha sottolineato il vicepresidente del Csm, Michele Vietti. E anche dal Parlamento è arrivata una risposta bipartisan alle parole dell’ex procuratore aggiunto di Palermo: dichiarazioni “imbarazzanti”, secondo il senatore del Pd Enzo Bianco. incostituzionalità sui provvedimenti ad personam”.  E così via.

Unici, nel panorama politico, ad essersi spesi in difesa di Ingroia, l’Idv e Rifondazione comunista. Di Pietro ha anche lanciato un  sito internet (www.iostoconingroia.it) per non lasciare solo Ingroia alle prese, con i suoi colleghi impegnati nelle indagini sulle trattative Stato-mafia- con uno dei misteri più oscuri della storia repubblicana. 

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Redazione

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