Un altro capitolo si aggiunge al mistero delle trattive Stato-mafia e della relativa inchiesta. I pm di Palermo, infatti, contestano la decisione della Corte Costituzionale di dichiarare ammissibile il conflitto d’attribuzione sollevato dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ‘pizzicato’ al telefono con Nicola Mancino, ministro dell’Interno negli anni delle stragi.
“L’intercettazione della conversazione del Presidente della Repubblica che sia occasionale, del tutto involontaria, non evitabile e non prevenibile, non puo’ per la ragione di tali caratteristiche, integrare in se’ alcuna lesione di prerogative previdenziali quali che sia il contenuto della conversazione” si legge nell’atto di costituzione in giudizio depositato oggi alla Corte Costituzionale dal professor Alessandro Pace, in rappresentanza della Procura di Palermo.
La saga dei misteri continua…
Piange il telefono/ La trattativa Stato-mafia cè ma non si vede (e non si ascolta )
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