LO LASCEREBBE CONFIGURARE UN DOSSIER SU QUESTA STORIA CHE DA QUALCHE TEMPO CIRCOLA NEI ‘PALAZZI’ DELLA POLITICA SICILIANA. IL PRONUNCIAMENTO DELL’UFFICIO LEGISLATIVO E LEGALE DELLA REGIONE. E LE POSSIBILI OPERAZIONI ‘TEMERARIE’ SUI TERRENI DELL’AST DI PALERMO, CATANIA E SIRACUSA
Da un po’ di tempo nei ‘Palazzi’ della politica siciliana circola un dossier sul trasporto pubblico locale. Sono atti che raccontano, per filo e per segno, la storia di un contenzioso tra Regione siciliana e società che operano nel settore dei trasporti: un contenzioso che rischia di diventare ‘pesante’. Con risvolti che lascerebbero presagire un danno erariale a carico di dirigenti dell’Amministrazione regionale. Ma andiamo con ordine.
In primo luogo, vediamo di capire di cosa parliamo e quali sono questi documenti. Parliamo del trasporto pubblico locale di persone effettuato su mezzi gommati dalle autolinee private e dall‘Ast, l’Azienda siciliana trasporti. Senza scendere troppo nei particolare, va detto che una parte di questi costi sono sostenuti dagli utenti con il pagamento dei biglietti; una seconda parte è sostenuta dalla Regione.
Da anni è in corso un contenzioso tra la Regione e i soggetti che gestiscono questo servizio. L’Amministrazione regionale, negli ultimi anni, per problemi di bilancio, ha ridotto il budget. Da qui il contenzioso.
Questo contenzioso ammontava a quasi 230 milioni di euro. Poi ridotto a 177 milioni di euro in seguito a una transazione.
Così arriviamo ai documenti contenuti nel dossier. Si tratta di pronunciamenti dell’Avvocatura dello Stato. Di delibere approvate dalla Giunta regionale. Di atti pubblicati dalla Gazzetta Ufficiale. E di un atto, a nostro avviso molto importante, prodotto dall’Ufficio legislativo e legale della Presidenza della Regione siciliana.
In base alla documentazione che abbiamo letto, la Regione dovrebbe onorare questi debiti. Come già accennato, è stato raggiunto un accordo tra le parti sancito da una transazione. Che la Giunta regionale, in un primo momento, ha accettato. E che, in un secondo momento, sembra avere disdettato.
Il risultato – stando a quello che abbiamo capito leggendo queste carte, che, a nostro avviso, prima o poi finiranno sui tavoli della Corte dei Conti (se non ci sono finite già) – è che gli uffici dell’assessorato regionale alle Infrastrutture (ex assessorato regionale ai lavori pubblici) non ha pagato.
Con molta probabilità, il dirigente generale di questo dipartimento regionale, il dottore Giovanni Arnone, avrà le sue buone ragioni. Noi, però, non possiamo fare a meno di sottolineare e sottoporre ai nostri lettori due passaggi del parere espresso dall’Ufficio legislativo e legale della Presidenza della Regione.
Nel primo passaggio si legge testualmente: “… ne consegue che la prospettata soluzione transattiva della proroga biennale dei contratti di esercizio provvisori, a fronte della rinuncia delle somme pretese, per la quale l’Avvocatura dello Stato ha espresso considerazioni positive, merita ampia attenzione”.
Insomma, secondo l’Ufficio legislativo e legale della Regione la transazione va bene. Non è onerosa per l’Amministrazione regionale. Che difficilmente potrebbe far gestire questo servizio ad altri, magari celebrando una gara, a prezzi inferiori a quelli previsti dalla stessa transazione.
Va detto, per completezza d’informazione, che l’Unione europea ha stabilito che la gestione delle linee di trasporto su mezzi gommati, fino ad oggi assegnate in concessione, dovranno essere messe a bando. Attraverso una fase di passaggio da un sistema all’altro.
In questa fase di passaggio – già di per sé delicata – è intervenuta la crisi finanziaria che il nostro Paese – e soprattutto la Regione siciliana – sta attraversando. Cosa, questa, che ha complicato lo scenario.
Abbiamo già detto del contenzioso. E della transazione prima accettata e, a quanto pare, poi disdettata, di fatto, dalla Regione.
A questo punto sorge spontanea una domanda: può l’Amministrazione regionale, unilateralmente, rimangiarsi una transazione prima accettata?
La risposta a questa domanda non la diamo noi: la dà l’Ufficio legislativo e legale della Presidenza della Regione. Dove si legge: “… né può sottacersi che in presenza di un’espressa indicazione a transigere potrebbero evidenziarsi, in caso in caso di immotivata e non argomentata non aderenza alla soluzione proposta, profili di responsabilità per eventuale danno erariale”.
Traduzione: se la Regione, o meglio, i dirigenti e funzionari regionali responsabili di questo procedimento amministrativo non motiveranno il mancato pagamento alle aziende di trasporto, potrebbe materializzarsi il danno erariale.
In caso di mancato pagamento, infatti, le aziende di trasporto si rivolgerebbero all’autorità giudiziaria. Qualora la Giustizia dovesse dargli ragione, l’esborso, da parte dell’Amministrazione regionale, sarebbe maggiorato.
Trattandosi di un contenzioso di circa 200 milioni di euro andrebbero calcolati gli interessi maturati e le spese legali. Non sarebbero proprio ‘quattro lire’. Costo maggiorato che potrebbe configurarsi in un danno erariale a carico di chi l’avrebbe provocato.
Resta un’altra domanda: che cosa c’è, in realtà, dietro questa manfrina? Con molta probabilità, c’è qualcuno – che oggi nell’Amministrazione regionale conta molto – che sta provando in tutti i modi a far fallire l’Ast. Perché?
Intanto per rilevarne le ‘spoglie’. Immaginando, magari, la gestione di servizi remunerativi. Magari anche con una compagnia aerea. Ma questi, ovviamente – benché già noti, visto che i giornali ne hanno parlato – sono, più che altro, progetti ancora fumosi.
Ma, al di là delle cose immaginate, ci sono anche i fatti concreti. Chi vuole far fallire l’Ast avrebbe già pronta una bella ‘operazione’: mettere le mani sui terreni dell’Azienda siciliana trasporti. Terreni che si trovano a Palermo, a Catania e a Siracusa. Rilevandoli a prezzi storici, cioè bassissimi.
Terreni ai quali – magari sotto l’egida dell’antiracket e dell’antimafia – potrebbe essere cambiata la destinazione d’uso o con un nuovo Piano regolatore, o con una variante, che passerebbe dagli uffici della Regione, e segnatamente dall’assessorato al Territorio e Ambiente.
Parliamo di un’operazione di svariate centinaia di milioni di euro!
Un altro particolare degno di nota è il ruolo del dottore Emanuele Nicolosi. Per anni ai vertici amministrativi dell’Ast, oggi capo della segreteria tecnica dell’assessore regionale alle Attività produttive, Linda Vanchieri, molto vicina a Confindustria Sicilia.
Insomma, pur non essendo più all’Ast, il dottore Nicolosi è rimasto un personaggio di spicco dell’Amministrazione regionale.
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