Trasferimento per la scuola di via De Caro Le mamme: «E’ inagibile da almeno 15 anni»

«Contentissime». Usano tutte lo stesso aggettivo, rigorosamente superlativo, le mamme della scuola materna ed elementare Capponi di via De Caro, a Picanello. Mai trasferimento fu meglio accolto come quello dei circa 180 bambini – divisi in sei classi di scuola materna e quattro di elementare – da anni costretti a studiare in una struttura inadeguata e a rischio sismico e che adesso stanno per essere trasferiti nella vicina sede della scuola Recupero in via Velletri. Uno spostamento che il Comune di Catania dà per fatto ma che in realtà non è ancora avvenuto. E di cui non si conoscono con certezza i tempi. Ma la sola promessa basta per far cantare vittoria alle mamme che da anni combattono contro il degrado della scuola. Che va oltre le crepe nei muri, già a partire dall’esterno della struttura. «Nonostante la disponibilità della preside (Agata Pappalardo ndr) – sottolineano – A mancare sono i soldi». Che adesso però sembrano essere arrivati.

«Fin dalla fine del mese di luglio, avevo evidenziato in giunta la necessità di procedere a una verifica della vulnerabilità sismica delle scuole, chiedendo il coinvolgimento delle categorie professionali – dice l’assessore alla Scuola Valentina Scialfa – Un concreto allarme è stato lanciato appena qualche giorno fa dall’assessore ai Lavori pubblici Luigi Bosco, che mi ha trasmesso con urgenza una relazione tecnica effettuata su quattro edifici di Catania che hanno ottenuto fondi Cipe per la ristrutturazione». Arrivati appunto a luglio. Ma la relazione non contiene notizie rassicuranti, almeno per quanto riguarda la struttura di via De Caro.

«Per tre plessi, quelli delle vie Scogliera, Villa Glori e Saturno, non c’erano preoccupazioni – aggiunge Bosco – Invece nell’istituto comprensivo Malerba-Capponi-Recupero di via De Caro, una scuola costruita negli anni Settanta nel quartiere di Picanello, il valore (di sicurezza sismica ndr) risultava tra il 15 e il 18 per cento, al di sotto dunque di quel 20 per cento che rappresenta la soglia minima». Una mancanza dovuta al periodo di costruzione della scuola – prima del 1981, anno in cui Catania è stata dichiarata zona sismica – ma anche alle condizioni in cui versa l’istituto: mai ristrutturato, spesso rattoppato.

«Il vetro della porta antipanico è rotto, i muri sono pieni di crepe, gli avvolgibili non funzionano e il cortile… Beh, mi vergogno anche a descriverlo, basta guardarlo», dicono in coro le mamme che ogni giorno portano i propri figli nelle classi prima e seconda della sezione A. Calcinacci, pavimentazione alterata o assente, tombini saltati, aree recintate con paletti di ferro arrugginito, spazzatura ammucchiata ai lati. «Senza contare le macchine posteggiate dentro – aggiunge un genitore – E se arrivasse il terremoto, ammesso che la scuola non crolli, come dovrebbero scappare i bambini?». «Questa scuola non è agibile da almeno 15 anni», gli fa eco una mamma. Mentre un’altra giovane madre racconta: «Qui ci venivo a scuola io da bambina e adesso ci porto mia figlia. Ed è sempre uguale».

Dall’anno scorso la palestra è chiusa. «Era così sporca che l’abbiamo pulita noi mamme – raccontano – Erano anni che gli attrezzi non venivano spostati per lavare». All’inizio dello scorso anno scolastico, a dare problemi era stato invece il tetto del bagno: ceduto a causa di una infiltrazione d’acqua. «Quella volta abbiamo chiamato i vigili del fuoco. Sono venuti, hanno scritto la loro relazione e non è successo più nulla. Ma sottovoce ce l’hanno detto: “Siamo padri anche noi e in questa scuola i nostri figli non li manderemmo“». A giugno invece a farsi vivi per un sopralluogo sono i tecnici del Comune etneo. «Non sappiamo che tipo di interventi faranno – spiegano dalla scuola – Così come non sappiamo quando ci sposteremo in via Velletri».

Docenti e genitori sono fiduciosi. «Sappiamo che il Comune si sta muovendo, ma non abbiamo ancora ricevuto alcuna comunicazione ufficiale», spiega la vicepreside. La scuola dove i bambini andranno a studiare è la Recupero di via Velletri, ex materna ed elementare, oggi per lo più sede di corsi di formazione per adulti. Affinché possa accogliere gli studenti della Capponi alla struttura manca solo un piccolo e semplice adeguamento: delle tazze da gabinetto adatte ai bambini piccoli. Che non sono ancora state installate. La struttura però si presenta subito in condizioni migliori rispetto alla sede di via De Caro. Una evenienza non scontata tra i 98 edifici comunali che ospitano delle scuole: 26 antisismici, quattro valutati non a rischio e tre edifici storici, secondo i conteggi diffusi dall’amministrazione etnea. Gli altri 65 vanno ancora verificati dall’apposito tavolo tecnico creato in Comune e che si riunirà a partire dal prossimo martedì.

Claudia Campese

Giornalista Professionista dal 2011.

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