«Le esilaranti e ridicole contestazioni che da cinque giorni ci strillano contro politicanti e grotteschi personaggi dell’opinione pubblica di Trappeto e della provincia palermitana, hanno solamente l’utilità di dimostrare come tutti costoro, incapaci di impegnarsi in concreto sul territorio del paese, si trincerano dietro la farsa dell’accusa e della calunnia, adducendo motivazioni ideologiche e politiche, laddove esiste solo l’amore per i connazionali e per il territorio dello Stato».
Le calze neofasciste di Trappeto scomodano addirittura Roberto Fiore, il segretario nazionale di Forza Nuova, che sceglie di scrivere alla redazione de Il Tarlo, che per prima ha raccontato delle calze nere donate ai bambini dai militanti di FN lo scorso 5 gennaio (con tanto di logo del gruppo neofascista), nonché della presenza, con tanto di foto sorridente sui social, del sindaco Santo Cosentino e della vicesindaca Rosita Orlando. E nonostante il fondatore di Forza Nuova, condannato in via definitiva per banda armata e associazione sovversiva, voglia minimizzare nel Palermitano la società civile continua a farsi sentire.
Dalla Cgil a Casa Memoria all’Anpi in tanti si sono schierati a favore di un eventuale sit-in o di un corteo antifascista. Sulla reale capacità di mobilitazione dei neofascisti a Trappeto c’è chi invita alla riflessione. «Sono pochi ma furbi» dice Viviana Satta, giovane palermitana che vive nel paese del Palermitano. «Approfittano dell’ignoranza delle persone, facendo delle iniziative in cui donano cose in continuazione. Se chiedi cos’è stato davvero il fascismo in pochi sanno cos’è. E il peggio è che non ci si vuole informare. La questione a mio modo di vedere non è l’accondiscendenza dell’amministrazione: cioè la sponda del sindaco e dei suoi è gravissima, ma qui il problema è l’esistenza in sé di un gruppo di estrema destra che, cosa ancora più grave, si dipinge come fosse un’associazione di volontariato. Non è un caso che alle elezioni si presentino sempre liste civiche, che almeno in teoria vogliono tenersi lontano dalla politica».
Che la narrazione di Forza Nuova, e più in generale della galassia neofascista, sia improntata al sociale e alla contemporanea omissione dei fatti di violenza che hanno visto più volte coinvolti i propri militanti lo conferma anche lo stesso leader nazionale. «Da due anni il nostro movimento è attivo nel paese in continue opere di bonifica del territorio, nella raccolta di generi alimentari per i bisognosi e nella ininterrotta assistenza verso tutti coloro che vivono indigenza e situazioni disagiate – afferma ancora Roberto Fiore – Tutto questo senza mai aver dato peso al colore politico di tutti quegli uomini e donne che hanno richiesto il nostro aiuto, fidandosi dei nostri militanti. Utilizziamo esplicitamente il simbolo del movimento, poiché riteniamo che tutti debbano sapere chi sta dalla parte del popolo e chi, diversamente, attraverso la desolante e maligna commedia dell’infamia, cela la propria inutilità».
Mentre a livello politico locale la nota di ieri con cui la maggioranza politica che governa il Comune ha scaricato Forza Nuova ma ha rivendicato l’ingenuità del sostegno del sindaco Santo Cosentino non è bastata a placare i malumori. Il gruppo consiliare di minoranza Trappetesi, composto da Salvatore Randazzo e da Nancy Bologna, continua a chiedere le dimissioni del primo cittadino. «Cercare la giustificazione e comunicarla si può e in alcuni casi si deve – scrivono i due consiglieri – La giustificazione prodotta dal sindaco e da chi lo sorregge (la sua maggioranza) in merito agli episodi (non a caso parliamo al plurale) di fiancheggiamento ai filofascisti ci appare leziosa e inefficace. Inoltre non arriva nessuna scusa pubblica per i cittadini di Trappeto e per gli italiani in genere che credono nei sani principi della nostra democrazia. Eppure tra le fila dell’amministrazione comunale ci sono tanti genitori. Avrebbero potuto chiedere scusa da genitori, da mamme e da papà. Troviamo meschino inoltre l’attacco alla stampa, a chi il suo lavoro lo ha ben fatto. Ci sembra proprio che con la repubblica parlamentare democratica italiana qualche problema di sintonia lo abbiano eccome. Si dimettano, che è meglio».
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