Centinaia di carcasse di mezzi ecologici abbandonati all’interno di un’area di circa 17mila metri quadrati, attigua all’autoparco comunale di Trapani, in via Libica, ad un tiro di schioppo dalla riserva naturale orientata delle Saline. La bellezza di uno dei luoghi più suggestivi del capoluogo che stride con il degrado di quello che è un vero e proprio cimitero di veicoli dismessi. Uno scenario che mortifica un patrimonio ambientale di grande pregio.
La scoperta l’hanno fatta gli agenti della polizia municipale che, questa mattina, hanno eseguito il sequestro preventivo dell’area, informando l’autorità giudiziaria. Presenti anche i tecnici dell’Arpa. Sono stati trovati compattatori, furgoni e altri mezzi, tutti con il marchio Aimeri Ambiente, poi acquisita da Energetikambiente che aveva affittato l’area nel 2017.
Il contratto di locazione, precisano dalla società, prevede «l’utilizzo per sosta degli automezzi di proprietà della società conduttrice e deposito di attrezzature impiegate per l’espletamento di servizi di igiene urbana svolti da EnergeticaAmbiente». Ed ancora, il documento prevede che «qualora le autorità competenti, pongano nel corso della locazione divieto di utilizzo dell’area per le cui finalità è stato sottoscritto, il locatore retrocederà la quota di canone anticipatamente ricevuto ed il conduttore libererà l’area con la massima sollecitudine per non incorrere in sanzioni ed ammende».
Insomma, dalla società di raccolta di rifiuti fanno notare che l’azienda si era tutelata rimettendo al locatore tutte le garanzie di destinazione. Energetikambiente, con un pizzico di polemica, fa notare anche come l’area sia attigua al deposito dei mezzi dell’Atm; dunque – sottolineano dalla società che si occupa della raccolta dei rifiuti in città – il vincolo paesaggistico andrebbe applicato anche alla partecipata del Comune.
Il blitz dei vigili urbani – guidati dal commissario Roberto Acquaviva, responsabile della tutela ambientale – è scattato stamattina. Non si esclude, ma per il momento è soltanto un’ipotesi, che il sequestro sia legato alla recente operazione culminata nell’arresto di Giovanni Maria Picone e Benedetto Cottone, dirigenti dell’Energetikambiente, accusati di traffico illecito di rifiuti e inquinamento ambientale. Eseguito il sequestro, le indagini proseguono per individuare i responsabili del sito fuorilegge a due passi dalla riserva.
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