«Sono contenta per il ritrovamento del mezzobusto raffigurante la mia mamma e i miei fratelli. Evidentemente gli autori del gesto si sono ravveduti e, forse, hanno compreso il valore di quella statua e di ciò che rappresenta non solo per me ma per tutta la città». Sono queste le prime parole a MeridioNews di Margherita Asta sul rinvenimento del mezzobusto in bronzo dedicato ai suoi due fratellini, Giuseppe e Salvatore e a sua madre Barbara Rizzo tutti e tre vittime innocenti della mafia rimasti uccisi nella strage di Pizzolungo, nel 1985.
Lo scorso martedì la statua è stata rubata dalla scuola materna di via Salemi intitolata ai due gemellini Asta. È stata ritrovata questa mattina davanti al cancello d’ingresso laterale del cimitero comunale di Trapani, sul lungomare Dante Alighieri. A ritrovarla, avvolta in un sacco nero della spazzatura, è stato un dipendente della Trapani Servizi – la ditta che si occupa della raccolta differenziata per il Comune trapanese – Salvatore Bonanno, che ha immediatamente allertato la polizia. Alla litoranea, sono intervenuti gli agenti della squadra volante e i loro colleghi della scientifica.
Il furto aveva suscitato rabbia e sdegno in città provocando dure prese di posizione. Prima fra tutte quella di Margherita Asta, da anni impegnata nella battaglia per la legalità contro le mafie: «Sono molto amareggiata – aveva commentato – e dispiaciuta perché forse il busto raffigurante i miei cari poteva esser messo in sicurezza visto che era stato lasciato a terra da alcuni ladri o vandali. Questo atto ci deve fare riflettere sul grado di disperazione della gente perché se si arriva a rubare una statua che raffigura delle vittime innocenti di mafia vuol dire che la gente è veramente disperata, non sa come tirare avanti. Faccio un appello: restituite questa statua per quello che rappresenta. Restituitela per favore, era stata donata da mio padre per mantenere viva la memoria della mia mamma e dei miei fratelli».
Anche adesso che il mezzobusto è stato ritrovato, la donna rinnova comunque l’invito alla riflessione: «La gente ormai ha raggiunto un livello di disagio tale da compiere anche gesti del genere. Chi ha trafugato la statua – ipotizza – evidentemente ha pensato di poter racimolare qualche soldo. Ecco, su questo dobbiamo soffermarci a pensare. La situazione è davvero tragica. Questa – conclude – è la mia chiave di lettura su quanto accaduto. Ringrazio l’uomo che ha ritrovato la statua e tutte le persone che mi sono state accanto in questi giorni». Intanto, non si arresta l’escalation di atti vandalici e di furti ai danni delle scuole trapanesi. Dopo le incursioni messe a segno nei plessi di via Salemi, via Erodoto e via Verdinois, un nuovo edificio è stato preso di mira. Si tratta dell’asilo di via Canale Scalabrino, dove i ladri hanno portato via alcuni elettrodomestici.
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