Trapani, l’analisi di Savona dopo la beffa del quorum «Fazio e altri sono responsabili di atti di incoscienza»

«Abbiamo ereditato una città con un forte disagio». Inizia con un lapsus, subito corretto con l’utilizzo del condizionale, il commento di Piero Savona a dodici ore dall’ufficializzazione del nulla di fatto per il ballottaggio di Trapani. Unico contendente rimasto in corsa per la fascia di primo cittadino, Savona non è riuscito a superare il solo avversario rimasto: il quorum

Con l’auto-esclusione di Mimmo Fazio – il candidato del centrodestra non ha presentato la giunta entro il tempo massimo, dopo avere annunciato di non essere più disposto a fare il sindaco – per il candidato democratico era infatti necessario riuscire a portare alle urne almeno il 50 per cento degli aventi diritto. L’impresa era apparsa ardua da subito e a nulla sono valsi i numerosi appelli da parte dei big della politica nazionale e regionale. «Era un’asticella troppo alta – commenta Savona -. Al primo turno l’astensionismo è stato di oltre il 40 per cento, ed era fisiologico che al secondo ci fosse un ulteriore abbassamento. A ciò sommiamo un’azione importante messa in essere da tanti politici che hanno spinto le persone a non andare a votare». 

Per Savona – finito nel mirino di chi ironizza sul fatto che il Pd è riuscito a perdere pur in assenza di sfidanti – la responsabilità di Fazio è pesante. Sarebbe stato infatti l’ex deputato regionale, coinvolto nell’inchiesta Mare monstrum con l’accusa di corruzione nel caso Morace, a forzare il gioco vanificando di fatto la consultazione democratica. «Atti di incoscienza perché sapeva di buttare la città nel baratro di un commissariamento lungo almeno un anno», attacca l’esponente democratico. 

Quando gli si chiede di guardare ai mesi che hanno segnato l’avvicinamento al voto, Savona si dichiara soddisfatto di quanto costruito. «È stata una bellissima campagna elettorale, fatta a viso aperto. Abbiamo deciso di non accettare proposte di collaborazione che proponevano un modlelo città diverso. Parte della cittadinanza è ancora ancorata ai modelli tra centrodestra o centrosinistra, mentre bisognerebbe ragionare tra buon governo e cattivo governo». 

La delusione, tuttavia, c’è e per il momento è difficile ragionare sul futuro, quantomeno su quello personale. «Se mi ricandido? La cosa più importante adesso è creare le condizioni affinché il lavoro di questi mesi non sia sprecato. Di tutto il resto – conclude Savona – ne discuterò con chi mi ha sostenuto in questi mesi con affetto e vero senso di cittadinanza attiva». 

Simone Olivelli

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