Tra Kafka e Pirandello e, sullo sfondo, Tomasi di Lampedusa. Con il passare dei giorni, la tentazione di associare le elezioni amministrative a Trapani alla letteratura si fa sempre più forte. Il nodo – lontano dall’essere sciolto – riguarda ancora una volta la diatriba su chi sarà il nuovo sindaco del capoluogo. I dubbi però non riguardano, come sarebbe naturale, il vincitore del ballottaggio ma i partecipanti al testa a testa. E, se non bastasse, anche quali regole seguire per stabilire chi indosserà la fascia di primo cittadino.
L’unico a essere certo di giocarsela è il candidato del Partito democratico Piero Savona. Sul resto, invece, rimane la massima incertezza nonostante sembra ormai chiaro che Girolamo Fazio – l’ex deputato regionale e già sindaco di Trapani – non sembra essere interessato a presentare la squadra assessoriale, dopo l’annuncio della propria indisponibilità a fare il sindaco. Il rifiuto – legato alle recenti vicende giudiziarie che lo hanno coinvolto, con l’accusa di corruzione nell’ambito dell’inchiesta Mare Monstrum – non ha significato una rinuncia alla competizione, per evitare che il terzo classificato al primo turno, il senatore Antonio D‘Alì, potesse prendere parte al ballottaggio.
In un primo tempo, tale scenario aveva portato a ragionare sulla possibilità che gli sfidanti di Savona potessero andare alle urne per votare Fazio, così da confidare in una sua elezione e successivamente nelle promesse dimissioni. Il tutto con il chiaro intento di ritornare alle urne a novembre. Nelle ultime ore, però, si è paventata un’altra situazione: la mancata designazione della giunta da parte di Fazio determinerebbe la sua esclusione in base al comma 4bis dell’articolo 9 della legge regionale 7/1992. «Entro il terzo giorno successivo alla proclamazione dei risultati elettorali – si legge – i candidati ammessi al secondo turno devono inoltre indicare, a pena di esclusione, l’elenco completo degli assessori che intendono nominare».
Ma cosa accadrebbe in questo caso? Cercare la risposta nella legge regionale è tutt’altro che facile. La questione riguarda la parziale contrapposizione tra il comma 4 – che prevede che nel caso di rinuncia non entri in gioco il meccanismo del quorum al 50 per cento, con l’impegno per l’unico concorrente di ottenere il 25 per cento dei voti degli aventi diritto – e il comma 9 che invece, a sua volta, dice che «qualora a seguito di dichiarazioni di rinunzia o per qualsiasi altra causa permanga una sola valida candidatura» per diventare sindaco bisogna giocare contro il quorum.
Sulla questione nel pomeriggio si è espresso proprio Savona, secondo il quale un’interpretazione della normativa che tirasse in ballo il quorum sarebbe sbagliata e rischierebbe di svantaggiarlo. I motivi elencati dal candidato democratico fanno riferimento sia a questioni prettamente giurisprudenziali che di buon senso. Specialmente riferito a quanto previsto per l’elezione diretta al primo turno, per cui la nuova legge elettorale – approvata ad agosto 2016 – prevede la vittoria con il 40 per cento dei voti espressi. Percentuale che, collegata all’affluenza registrata l’11 giugno, rischierebbe di distorcere i valori nel ballottaggio. «Stante i 33.235 voti validi espressi, un candidato avrebbe potuto essere eletto 13.294 voti (40 per cento dei votanti al primo turno, ndr) – si legge in una lunga nota -. Invece con l’eventuale applicazione del comma 9 si richiederebbe per la medesima elezione, non solo la partecipazione di oltre 30mila elettori (50 per cento aventi diritto, ndr), ma anche un consenso in capo al restante candidato sindaco di poco più di 15mila voti, con evidente effetto distorsivo della volontà espressa dal legislatore».
È per questo, dunque, che Savona chiede di «convalidare l’esito del secondo turno e di proclamare eletto all’esito del secondo turno elettorale lo scrivente candidato» o tutt’al più giocarsela con D’Alì. «In subordine – continua il democratico – di indire il turno di ballottaggio con il candidato giunto terzo al primo turno, ovvero in caso di sua rinunzia con i seguenti in ordine di voti».
Nell’attesa di capire di più e con la temperatura che invita ad andare a mare, ai trapanesi non resta che scegliere un libro da leggere sotto l’ombrellone. Il processo, Uno nessuno o centomila o, chiaramente, Il gattopardo potrebbero essere titoli interessanti. E a loro modo anche attuali.
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