Trapani, D’Alì verso la candidatura a sindaco Forza Italia: «Cresce la spinta e l’entusiasmo»

Il senatore di Forza Italia Antonino D’Alì si avvia a diventare il candidato a sindaco di Trapani per il centrodestra alle elezioni amministrative della prossima primavera. La conferma arriva dopo una riunione, tenutasi lunedì sera, tra i dirigenti di Forza Italia. Partito di cui D’Alì è coordinatore provinciale. 

«Cresce la spinta e l’entusiasmo intorno alla candidatura a sindaco di Trapani del senatore Antonio D’Alì – si legge nella nota inviata dal partito -. Lo stesso D’Alì ha annunciato l’avvio dei lavori per la redazione del programma e la definizione del quadro politico di riferimento. A partire dalla prossima settimana presiederà personalmente una serie di incontri che saranno avviati per consentire un ampio coinvolgimento della cittadinanza».

Il senatore D’Alì ha una lunga carriera politica alle spalle e un lungo passato giudiziario. È stato presidente della provincia di Trapani, tra i fondatori di Forza Italia nel 1994, parlamentare e sottosegretario al ministero dell’Interno con i governi Berlusconi tra il 2001 e il 2006. Ha subito un processo, lungo molti anni, in cui è stato accusato di concorso esterno all’associazione mafiosa, e che si è concluso con la sentenza in Appello lo scorso settembre. D’Alì è stato assolto per i fatti successivi al 1994, prescritto per quelli precedenti. 

Tuttavia i giudici hanno scritto che «è provato che Antonio D’Alì abbia contribuito, con coscienza e volontà, al rafforzamento di Cosa Nostra fino a epoca prossima al mese di gennaio del 1994». E ancora: «È provato che D’Alì ha favorito Cosa Nostra nella vicenda della vendita del fondo in contrada Zangara a Castelvetrano, mentre in epoca successiva è stato provato che il sodalizio lo ha sostenuto nella competizione elettorale del 1994 (per il Senato della Repubblica), così come risulta la sua contiguità all’associazione criminale o comunque a soggetti a essa vicini; purtuttavia, non può dirsi provato ai sensi dell’art. 533 c.p.p. che egli abbia dato un contributo casualmente apprezzabile alla stessa». 

Un’altra accusa pesante, ma al momento non provata, è arrivata da Teresa Principato, la pubblico ministero della Procura di Palermo che fa parte del gruppo che dà la caccia a Matteo Messina Denaro: «Penso – ha detto la magistrata – che D’Alì sia tra le protezioni di Messina Denaro, ma non lo metterei come unica. Si farebbe un errore a considerarla l’unica». Frase per cui il possibile candidato sindaco di Trapani ha annunciato di voler adire le vie legali contro Principato. 

Redazione

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