Ai puristi della lingua i neologismi derivanti dall’inglese non piacciono di certo. Meglio non abusarne, utilizzando la grande mole di vocaboli che la nostra meravigliosa lingua ci mette a disposizione. Mai come in questo caso, però, il verbo crashare può essere utilizzato per descrivere la gara di stasera (quel poco che si è visto): il dizionario Garzanti lo descrive come «bloccarsi, andare incontro ad un crash», specificando come il termine sia usato soprattutto nell’informatica. Stasera, facendo uno strappo alla regola, può essere preso in prestito per descrivere alcuni tratti salienti del pareggio per 1-1 fra Trapani e Catania che ha sancito l’eliminazione dei rossazzurri dalla corsa alla Serie B.
Flop
Eleven Sports: Non è possibile impedire a decine di migliaia di utenti che hanno regolarmente pagato il servizio di non vedere praticamente nessuna delle quattro gare di semifinale in programma questa sera. Gli utenti, inviperiti, hanno preso d’assedio la pagina Facebook del servizio di streaming che ha acquisito i diritti per la Lega Pro, sfogandosi sia per la mancata assistenza durante le partite, che per la quasi totale assenza di immagini dal 27′ del primo tempo in poi. Pesanti disservizi già denunciati lo scorso anno in occasione di Monopoli-Catania. L’augurio è che il canale in questione provveda a rimborsare tutti coloro che non hanno potuto godere della visione.
Flop
Il Catania: La gara della verità non è stata affrontata nel modo corretto. I rossazzurri hanno subito pagato un atteggiamento rinunciatario nonostante i tanti piedi buoni in campo, andando sotto poco prima della mezz’ora con un calcio piazzato di Taugordeau: pesante l’incertezza di Pisseri che evidenzia i dubbi di Sottil in merito al suo impiego, avuti sin dall’inizio della stagione. Il pari arriva grazie a una fiammata: quindi, invece di tentare l’ultimo assalto, la squadra si scioglie come neve al sole, cedendo al nervosismo e finendo la partita in 8. Un crash sotto tutti i punti di vista.
Flop
Pietro Lo Monaco: La paternità dell’insuccesso, così come quella dell’eventuale lieto fine, non può che essere del deus ex machina della società etnea. Lo Monaco, anche quest’anno, ha scommesso forte sulla resa dei senatori Biagianti e Lodi, costruendo attorno a loro una squadra fatta di nomi importanti per la categoria. Le grandi firme, però, non sono sufficienti per vincere in terza serie: servono gioventù, forza, corsa, coesione, serenità e grandissimo carattere. Tutti elementi non ravvisati: la sensazione che il Catania fosse un giocattolo fragile si era avuta sin dall’inizio. Il ritorno di Sottil a fine campionato è sembrato soltanto l’estremo tentativo di invertire disperatamente la rotta: era troppo tardi.
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Lo spettacolo sugli spalti: Le due semifinali tra Catania e Trapani hanno mostrato lo splendido calore del tifo siciliano. Merita una menzione particolare quello rossazzurro. I ventimila che hanno riempito il Massimino mercoledì scorso sono un vero e proprio spreco per la terza serie: i tifosi, nonostante delusioni e difficoltà, dopo la fine della stagione regolare hanno lasciato da parte i mugugni, compattandosi attorno alla squadra e sostenendola fino all’ultimo. Questo pubblico meriterebbe spettacoli in campo di fattura ben differente.
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Una siciliana in lotta per la B: Il calcio siciliano, in crisi per le difficoltà societarie del Palermo e per un Catania che ormai da un quinquennio langue nella palude della C, prova ad aggrapparsi al Trapani per risalire la corrente. La stabilità dirigenziale dei granata è tutta da verificare ma la squadra di mister Italiano mostra un calcio piacevole che, al netto delle ingenuità, meriterebbe il palcoscenico della B. Serve l’ultimo sforzo, nella doppia finale contro il Piacenza.
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Una Serie C super il prossimo anno: Non è certo una consolazione, ma al momento c’è l’altissima probabilità che Bari, Avellino, Catania e Foggia vadano a comporre un girone meridionale di Serie C da urlo. Il salto nella serie successiva per i rossazzurri si fa sin da ora alquanto complicato: potrebbe però essere uno stimolo in più per rilanciare il progetto e le ambizioni, dopo un’annata complicata e travagliata sotto troppi aspetti.
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