Tra sprechi e degrado l’allarme sui beni culturali in Sicilia «C’è un sistema costruito sui custodi e non sul pubblico»

A quarant’anni dal trasferimento gestionale dei beni culturali dallo Stato alla Regione Siciliana, «due siciliani emozionalmente e razionalmente indignati» – così loro stessi si definiscono – decidono di mettersi a scrivere per denunciare le occasioni mancate. Sono Antonio Gerbino e Francesco Santalucia: due esperti nel settore dei beni culturali in Sicilia. Giornalista pubblicista e comunicatore museale il primo, architetto ed ex dirigente regionale dei Beni Culturali il secondo. È dall’incrocio dei loro interessi che nasce Il patrimonio degli Equivoci, il libro-inchiesta che ricostruisce l’ambigua e controversa amministrazione dei beni culturali siciliani da parte della Regione.

«Nel 2015 scoccavano i 40 anni della gestione autonoma dei Beni Culturali da parte della Regione – racconta Gerbino – i problemi però, a distanza di 40 anni, continuavano ad esserci. Nessuno ne parlava. Con Francesco abbiamo tramutato l’indignazione in ragionamento e abbiamo scritto». Una ricostruzione, capitolo per capitolo, dell’andamento delle spese regionali nei quarant’anni trascorsi dal decreto attuativo del ‘75. «Le contraddizioni e gli equivoci sono tanti – continua Gerbino – il primo riguarda l’emanazione della legge istitutiva. Doveva essere realizzata entro sei mesi dalla norma integrativa, ma di mesi ne passarono 39».

Spulciando tra bilanci e norme regionali, i due autori ricercano una coerenza di fondo nell’azione dell’amministrazione regionale, confrontando il dire e il fare, gli obiettivi dichiarati e i risultati ottenuti. «È emerso che chi ha amministrato la nostra eredità storica e culturale, la struttura fisica del nostro territorio, delle nostre città e del nostro paesaggio – ragionano Santalucia e Gerbino – ha avuto disponibilità di ingenti risorse finanziarie ma non è stato all’altezza del compito». Dall’analisi delle spese regionali destinate ai beni culturali, si evince la creazione di un vero e proprio sistema parallelo, fondato sul clientelismo, che ha visto finanziate innumerevoli iniziative, rivelatesi poi fugaci e fallimentari poiché prive di una progettualità futura. 

«Ci interessava comprendere le ragioni profonde del degrado – scrivono gli autori – Abbiamo cercato di capire perché, anziché adeguare il funzionamento del sistema alle mutate esigenze della società, si è fatto di tutto per lasciare spazio alla vecchia tentazione di sopprimere iniziative private o para-pubbliche in tutti i campi del patrimonio. Abbiamo cercato di interpretare i periodici tentativi di riordino della struttura organizzativa dell’Assessorato regionale che hanno ridotto progressivamente i suoi importantissimi organi periferici a semplici uffici ai quali è stata tolta ogni capacità ideativa e operativa».

«Il sistema esplode perché costruito in maniera auto-referenziale – continua Gerbino – ne è un esempio il museo archeologico Paolo Orsi di Siracusa: ogni giorno apre al pubblico con a turno un settore inaccessibile, quello in cui manca il custode. Un sistema costruito sui custodi e non sul pubblico non può funzionare». Tanti gli equivoci e le contraddizioni insite nella gestione dei Beni Culturali dell’Isola. «Tra le occasioni mancate – spiega Francesco Santalucia – c’è la Venere di Morgantina. Restituita dopo un lungo contenzioso tra Italia e Stati Uniti, si trova nel Museo archeologico di Aidone in un sala ristretta, dalla capienza di dieci visitatori a volta, che ne limita l’impatto visivo e il fascino». Gli autori de “Il patrimonio degli Equivoci” non si limitano però ad analizzare oggettivamente i bilanci e ad evidenziare le incongruenze: il lavoro di ricerca e analisi culmina in una serie di proposte, volte a stimolare un’inversione di rotta.

«Penso che i due autori abbiano lanciato una sfida – afferma Salvatore Cusimano, direttore della sede Rai Sicilia all’interno della quale è stato presentato il libro lo scorso 11 ottobre – per avere la coscienza in pace, come a dire: “noi ve l’abbiamo detto e faremo la nostra parte, voi? Fate la vostra!». Tra le riflessioni, degna di nota quella riguardante il sistema di reclutamento del personale tecnico-scientifico, del tutto assente. La speranza è quella di aprire le porte dando ai tanti giovani competenti un’opportunità di riscatto. «Un analisi spietata – continua Cusimano – che invita a riflettere». Alla presentazione del libro, all’auditorium Rai di Palermo, presenti insieme agli autori: Gioacchino Barbera, ex direttore della Galleria Regionale Palazzo Abatellis; Sergio Troisi, curatore e giornalista; Pietro Vento, direttore di DEMOPOLIS e la giornalista del Tgr Sicilia Agnese Licata, coordinatrice della serata.

Maria Vera Genchi

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