Tra i forestali 22 condannati per associazione mafiosa Crocetta: «Licenziati, finiti tempi del pietismo buonista»

La lista è ancora lunga. Lo ha assicurato il governatore Rosario Crocetta, comunicando il provvedimento di esclusione dalle liste dei forestali di 66 addetti risultati incompatibili con incarichi nella pubblica amministrazione. Tra questi ci sono 22 condannati per associazione mafiosa, e altri 42 per reati gravi. «Un caso che mi ha fatto rabbrividire – ha detto Crocetta – riguarda un soggetto che aveva riportato condanne per spaccio di stupefacenti, tratta di schiavi, riduzione in schiavitù, violenza e stupro nei confronti di soggetti minori di 14 anni. Chi non può lavorare nella pubblica amministrazione per sentenza perché mafiosi o interdetti dai pubblici uffici, non deve lavorare».

Dal monitoraggio condotto dalla Regione siciliana, che ha controllato i casellari giudiziari e i carichi pendenti dei circa 25mila addetti alla forestale, è emerso che sarebbero oltre tremila quelli incompatibili con incarichi nella pubblica amministrazione. La fuoriuscita di questo personale dal comparto, secondo prime proiezioni, comporterebbe un risparmio per la Regione di circa 25 milioni di euro, che il governo Crocetta intende destinare a un fondo per finanziare misure a sostegno del reddito di cittadinanza.

Il provvedimento, secondo quanto riferito dal governatore, sarebbe già operativo e comunicato agli uffici provinciali di competenza (Caltanissetta, Catania, Enna, Palermo, Agrigento, Messina, Siracusa e Trapani). «Entro 48 ore – ha precisato il numero uno di palazzo d’Orleans – gli uffici devono predisporre i provvedimenti, in caso contrario si sostituiranno i vertici della amministrazione regionale. Per chi (tra i dirigenti) non ottempera all’adozione dei provvedimenti non è escluso il licenziamento. I tempi del pietismo buonista sono finiti. Per avere questi elenchi ho impiegato un anno e mezzo e per tracciare questo provvedimento ci sono voluti due mesi. Ho cominciato però a dare tempi precisi alla pubblica amministrazione».

I 25 milioni che l’amministrazione regionale stima di recuperare da questa operazione, come detto, serviranno all’istituzione di un fondo per il reddito di cittadinanza. «Mi sono assunto direttamente la responsabilità politica e decisionale dei provvedimenti – ha sottolineato il governatore – lo faccio a garanzia dei dirigenti. Li autorizzo a escludere queste 66 persone dagli elenchi, perché facciamo un’azione culturale importante. Sono 66 di fronte a centinaia di casi ma è un segnale. Non ci sono mamma santissima incrollabili, ma chiunque è sottoposto alla legge».

«Si tratta di una decisione grave – ha concluso – che farà arrabbiare qualcuno ma non abbiamo scelta. Serve una bonifica storica. Quando scade il mio mandato voglio avere l’orgoglio di aver bonificato la regione da una serie di soggetti e questa verifica non guarderà in faccia nessuno, dovrà arrivare a ogni livello».

Miriam Di Peri

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