NENCINI, BARTOLOTTA E DIOMEDE A LAMPEDUSA PER VALUTARE LE CRITICITA’ INFRASTRUTTURALI DELL’ISOLA. CON LORO IN VISITA AI PORTI ANCHE IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA DIFESA
di Mauro Seminara
Da Lampedusa è stato decretato che Frontex, l’agenzia europea per il coordinamento del controllo delle frontiere, non ha dato risultati sufficienti. A pronunciarsi in tal senso non è stato un Ministro degli Interni o della Difesa ma il vice ministro alle Infrastrutture, Riccardo Nencini. A detta di Nencini, infatti, l’agenzia europea “non ha manifestato efficacia” e l’Europa, sul fronte migratorio nordafricano, “è in ritardo”. Detta sentenza è stata emessa nel corso di un incontro tra il viceministro e i pochi lampedusani presenti in aula consiliare a seguito di un tour dell’isola. Ad accompagnarlo nel sopralluogo infrastrutturale, oltre al Sindaco Giusi Nicolini, c’erano l’assessore regionale alle infrastrutture Antonino Bartolotta e il Prefetto di Agrigento Nicola Diomede. Lo scopo – ufficiale – della visita è stato quello di valutare le criticità strutturali di Lampedusa e stabilire un piano di interventi con le dovute priorità. Il tour dell’isola ha toccato l’area di Cavallo Bianco, dove sono al via i lavori di prolungamento della pista aeroportuale, il porto, lo scalo alternativo di Cala Pisana e il Molo Favarolo in cui operano i guardacoste e le motovedette e su cui sbarcavano i migranti. Per quest’ultimo si è stabilito che forse non era corretto far intervenire il Comune con i fondi destinati alla riqualificazione dell’isola, i fondi per l’emergenza immigrazione sono probabilmente più indicati.
Secondo il Sindaco l’incontro, a sensazione, “è stato fruttuoso”. Il Viceministro ha garantito un tavolo tecnico per stilare un protocollo d’intesa tra Governo, Regione e Comune che dia delle risposte “entro 15 o 20 giorni”. L’assessore Bartolotta ha stabilito con certezza che si sta “affrontando l’emergenza Lampedusa in modo concreto”.
Infine i lampedusani presenti hanno visto, e sperano, finalmente, una volontà tangibile di risoluzione delle carenze infrastrutturali che penalizzano l’isola. In vero, il molo militare di Punta Favarolo è in parte ceduto. Ci sono pericolosi ampi buchi che potrebbero fagocitare una persona, non ci sono bagni e anche l’illuminazione è carente al punto che durante le operazioni di sbarco dei migranti soccorsi le motovedette ormeggiate accendevano i propri fari di bordo per illuminare meglio le attività di cure agli immigrati. In tutti questi anni non è mai stato speso un solo euro per migliorarne le condizioni e agevolare le operazioni svolte su quella banchina. Fino a ieri.
Adesso, finalmente, qualcuno ha deciso di darsi da fare. Tutto molto bello se non fosse per una presenza, meno appariscente malgrado i dorati galloni e i luccicanti alamari, che non sedeva al tavolo dei relatori e che offre ovvi motivi di perplessità. La delegazione Governo-Regione-Prefettura-Comune è stata infatti accompagnati nel sopralluogo dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, l’Ammiraglio Luigi Binelli Mantelli. Uno che non si muove certo per andare a vedere se un porto turistico è agibile. Una nota stridente che lascia un minimo di perplessità sul giudizio che Nencini ha esternato in merito all’operato di Frontex, quindi sul fronte dell’immigrazione clandestina, nel corso di una attività a carattere nettamente civile e non militare. E se a Lampedusa domani si trovasse un bel porto nuovo, sicuro e capiente, ma sul quale ad ormeggiare non saranno poi barche a vela e navi turistiche ma un bel paio di navi da guerra armate di tutto punto sotto il vessillo della operazione umanitaria Mare Nostrum?
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