Totò, Peppino e il parcheggio Europa

Il parcheggio in piazza Europa che ha fatto discutere (forse non quanto avrebbe dovuto) fino a qualche mese fa, non si stanca di stupire. Da quando sono iniziati gli scavi infatti non è difficile notare un bel cartello che pubblicizza l’opera nel quale, ai più attenti, non sarà sfuggito di leggere la messa in vendita di locali commerciali, da realizzarsi dentro il colosso di cemento armato, da parte della ditta appaltatrice, una non ben precisata Parcheggio Europa s.p.a.

Il dubbio sul reale significato della scritta e sulla legittimità dell’operazione ha sorvolato giuristi e non, e noi fra essi.

 

C’è da sapere che il parcheggio Europa, facente parte delle opere pubbliche messe in progetto nel piano triennale del Comune di Catania nel 2003, è stato messo in bando utilizzando la forma del Project Financing. Tale strumento permette al Comune, che deve realizzare un’opera pubblica ma non ha i soldi per farlo, di dare in appalto il progetto a una ditta privata, che si occupa di investire il proprio denaro per la realizzazione dello stesso. Lo stesso privato godrà del diritto di gestire e sfruttare economicamente l’opera pubblica per un determinato periodo di tempo, così da recuperare il denaro investito e guadagnare un utile. Punto fondamentale e imprescindibile del Project Financing è il piano economico-finanziario che la ditta appaltatrice deve presentare al Comune. In tale piano infatti deve essere ben chiaro il programma economico attraverso il quale la ditta riuscirà a completare i lavori e ricavarne un utile dalla sua gestione nel tempo prestabilito. Se il piano economico-finanziario non rispetta dei requisiti ben severi di equilibrio e fattibilità, l’opera non può essere appaltata al privato.
 

Dopo queste premesse di fondo, passiamo al caso specifico e vediamo da dove nascono i dubbi.
L’articolo 19 del Codice civile, al comma 2, recita che “A titolo di prezzo, i soggetti aggiudicatori possono cedere in proprietà o diritto di godimento beni immobili, la cui utilizzazione sia strumentale e connessa all’opera da affidare in concessione”. Il bando di gara per la costruzione del parcheggio Europa contiene infatti le informazioni economiche per definire da dove potranno derivare i ricavi per il concessionario e cioè dai rientri tariffari dei posti auto a rotazione (come qualsiasi parcheggio a pagamento) e dai rientri derivanti dalla cessione a privati di posti auto o di box auto (affitto dei posti auto per il tempo della concessione). Il tutto è corredato da cifre precise per garantire quell’equilibrio di fattibilità del piano economico, come abbiamo accennato in precedenza.

Oltre queste voci ce n’è un’altra però, che fa riferimento al cartello citato, che fa sorgere i dubbi maggiori. Si legge infatti nel bando che il concessionario (la Parcheggio Europa s.p.a.) può incrementare i ricavi attraverso “la realizzazione di superfici commerciali che possono essere cedute a terzi  o concesse in locazione” e che “Il prezzo di cessione è lasciato alla libera contrattazione tra le parti”.

 

Ora, è prevista dalla legge la possibilità, come abbiamo visto, di cedere in proprietà o godimento beni immobili dell’opera pubblica, ma allo scopo di garantire l’equilibrio economico-finanziaro ed assicurare così che il privato riprenda i suoi soldi e un utile. Ciò, tuttavia, deve essere previsto nel bando con riferimento preciso alla natura e alla destinazione dell’immobile, in quanto ciascun concorrente deve essere a conoscenza degli strumenti finanziari di cui può disporre. Se non viene specificata il tipo di esercizio che può nascere all’interno del parcheggio, come si può sapere quali saranno i guadagni e quindi preservare il tanto osannato equilibrio del piano economico (un autolavaggio concede delle entrate ben diverse da quelle di un negozio di elettrodomestici)? Inoltre, come specificato dalla legge sempre al comma 2 dell’articolo 19, l’utilizzazione dell’immobile deve essere strumentale e connessa all’opera pubblica. Ad un parcheggio scambiatore potrà essere strumentale e connesso un autolavaggio. Sicuramente non lo è il già citato negozio di elettrodomestici. Senza queste specifiche, non solo non è assolutamente garantito l’equilibrio del piano economico-finanziario (la matematica non è un’opinione e questo gli esperti dovrebbero saperlo), ma l’operazione di Project Financig non sembra rispettare il suo interesse, che è quello relativo alla realizzazione di una specifica opera pubblica, un parcheggio, e non ad un nuovo potenziale centro commerciale (peraltro illegale) in una zona che, fino a poco tempo fa, era tra le più belle del territorio catanese.

Michele Spalletta

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