Vuoi vedere che, alla fine, torna il nome di Roberto Lagalla? Intanto è lunico – visto che è anche docente di radiologia alla facoltà di Medicina di Palermo, oltre che Rettore dell’Università – in grado di fare una bella Tac politica a Massimo Costa per capire con chi sta il giovane e rampante presidente del Coni. Lanalisi clinica lo dà vicino al presidente dellArs, Francesco Cascio. Ma, così come tanti medici, oggi, non sono sempre in grado di effettuare un esame obiettivo come si deve, anche i politici non sono più particolarmente ferrati nella stessa semeiotica politica.
Il caso eclatante, se così si può dire, è rappresentato proprio dallo stesso Cascio, che è medico e politico insieme, ma che si è lasciato scappare di mano Massimo Costa. Lanciato come suo candidato alla poltrona di sindaco di Palermo per fare da ponte tra Pdl e Terzo polo, il giovane Costa, nel giro di una settimana, ha fatto il classico giro delle sette chiese. Adesso – ma è appunto una diagnosi fatta con un semplice esame obiettivo – lo danno vicino al presidente della Regione, Raffaele Lombardo, e quindi, per induzione politico-elettrostatica, al Pd di Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia.
Della partita potrebbe essere anche Gianfranco Miccichè, che dopo aver preso sberle dal Pdl (che non lo vuole candidato del centrodestra alla presidenza della Regione) e dallo stesso Lombardo (che ha cominciato a togliergli qualche poltrona di sottogoverno regionale), non disdegnerebbe di tornare con Lombardo. In fondo, Micchicè è molto simile a Lombardo, con il quale si è peraltro accompagnato per quasi due anni al governo della Regione prima di essere messo alla porta. Insomma: ormai, perso per perso, Gianfranco sarebbe disposto ad andare persino a braccetto con il Pd, come del resto ha fatto al Comune di Termini Imerese dove, sui grandi temi culturali, si ritrova alleato di Lumia.
E il centrodestra? Se è vero – come dicono (ma, lo ripetiamo, manca ancora la Tac politica) – che Costa sarebbe stato vampirizzato da Lombardo, Cracolici e Lumia (questi ultimi due se lo terrebbero come ruota di scorta, per votarlo nel caso in cui Fabrizio Ferrandelli dovesse perdere le primarie del centrosinistra), ad Angelino Alfano e Renato Schifani non resterebbe che trovare un candidato credibile per la poltrona di sindaco del capoluogo della Sicilia. E uno dei pochi nomi spendibili del centrodestra panormita è proprio quello di Lagalla.
Si dice addirittura che lo stesso Cascio, reso Compare Alfio da Massimo Costa-Lola, sarebbe volato a Roma con Lagalla per presentarsi al cospetto di Alfano e Schifani. Lobiettivo sarebbe quello di candidare direttamente Lagalla a sindaco di Palermo per il centrodestra: che è, poi, la condizione che ha sempre posto in queste settimane lo stesso Rettore dellUniversità di Palermo: candidato a sindaco del centrodestra e basta. Senza primarie. Prendere o lasciare.
A questo punto – i nostri lettori lavranno già capito – lago della bilancia di queste due operazioni politiche – Massimo Costa per la triade Lombardo-Cracolici-Lumia e e Lagalla per il Pdl – diventa lUdc di Giampiero DAlia.
Lombardo, già da qualche settimana, ha messo in campo tutto il suo sperimentato trasformismo politico per tirare dalla propria parte lUdc di DAlia: vero è, caro Giampiero, che hai lasciato il governo della Regione dicendo un sacco di schifezze, peraltro vere, sul bilancio regionale in dissesto & sulle clientele del mio governo: ma in politica si cambia. Guarda me, avrebbe detto al leader dellUdc siciliana: nel 2008 sono stato eletto presidente della Regione con quasi il 70 per cento dei voti di lista di centrodestra e, una settimana dopo, trescavo già con il centrosinistra che oggi fa parte del governo. In politica, come sai, la coerenza è la virtù degli imbecilli. Se torni con noi, al limite, gli elettori diranno che sei come me: un trasformista. Via, non è la fine del mondo. Poi, con tempo, anche del trasformismo uno se ne fa una ragione…
Ma, forse Giampiero DAlia – a parte la faccia che ovviamente perderebbe se tornasse con Lombardo – ha un altro motivo per restare dove si trova (al centro, altrettanto ovviamente). O, al limite, per appoggiare Lagalla.
Il capo di DAlia – Casini – va ripetendo che bisognerà andare oltre il Terzo polo. E la stessa cosa la va dicendo Angelino Alfano. I due – ed è il terzo ovviamente – aspettano che Berlusconi si tolga di mezzo per dare vita al Partito della nazione.
In questa prospettiva, insomma, è molto più probabile – ma non matematicamente certo – che DAlia, oltre a salvare la faccia (che – ed è il quarto ovviamente – come già detto, perderebbe tornando con Lombardo), decida di appoggiare Lagalla.
Fine delle congetture No: manca lultima. Che – purtroppo per Lombardo – congiura contro di lui. DAlia ha messo su un gruppo di lavoro molto ferrato sui conti della Regione. E lo ha dimostrato qualche settimana fa nel corso di una conferenza stampa che ha tenuto a Palermo, guarda caso, a Palazzo Reale, la sede del parlamento siciliano.
DAlia non si è limitato a illustrare i numeri del disastro finanziario prossimo venturo della Regione. Ha indicato anche dieci punti per uscire dalla crisi finanziaria. Questi dieci punti somigliano tanto alla base di un programma di governo per una Regione da risanare. Vuoi vedere che DAlia pensa alla presidenza della Regione?
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