«Questa, o al massimo la prossima settimana, la giunta approverà gli atti quasi conclusivi della Metropolitana automatica leggera di Palermo». L’annuncio, un po’ a sorpresa, arriva durante un dibattito sulla mobilità sostenibile a Sanlorenzo Mercato per bocca del vicesindaco Emilio Arcuri. All’incontro hanno partecipato anche l’imprenditore Tommaso Dragotto, Antony Passalacqua dell’associazione Mobilita Palermo e Filippo Palazzo, responsabile della Direzione Programmi Investimenti Direttrice Sud e Progetti Palermo.
Per la maxi opera potrebbe essere una svolta dopo che a lungo il progetto è sembrato messo in disparte per i costi eccessivi: basti pensare che «il solo tratto Stazione Centrale-Notarbartolo costa 980 milioni di euro, stime di sei o sette anni fa – sottolinea il vicesindaco-. Per fare un paragone, con 180 milioni facciamo altre tre linee tranviarie e con 600 completiamo tutta l’intera rete tranviaria. Una volta ultimato il progetto dovremo reperire le risorse».
La Mal è un’opera imponente: un sistema di trasporto sotterraneo, moderno e automatizzato, con 21 chilometri di binari e 23 fermate, corse ogni minuto e mezzo e un potenziale di 36 milioni di passeggeri l’anno. Il solo tratto Oreto-Notarbartolo comporta una spesa, come visto, che sfiora il miliardo, mentre il progetto complessivo fino a Mondello potrebbe superare addirittura i 3,5 miliardi. «Speriamo di pubblicare il bando per la progettazione entro marzo», aggiunge il capo area tecnica alla Riqualificazione Mario Li Castri.
Quanto al passante ferroviario, argomento principale del dibattito, mancano ancora alcuni passaggi burocratici per la demolizione dei palazzi in vicolo Bernava, che consentirà di ultimare gli ultimi 58 metri del tunnel Imera-Lolli: «L’iter è stato lungo – spiega Palazzo -. Voglio smentire per l’ennesima volta la leggenda metropolitana del fiume sotterraneo sotto vicolo Bernava: è una bufala. Molti confondono quella zona con quella del Kemonia, che scorreva da un’altra parte, come pure il Papireto. L’imprevisto che abbiamo trovato è stato davvero impegnativo. Abbiamo dovuto fare una variante, presentata all’assessorato regionale al Territorio e Ambiente. Malgrado il Consiglio comunale, la Sovrintendenza e il Genio Civile avessero espresso il loro parere in poche settimane, soltanto qualche giorno fa l’apposita commissione regionale ha dato il nulla osta. Adesso – conclude Palazzo – aspettiamo due decreti dirigenziali regionali per procedere, poi dobbiamo fare dichiarare il progetto di pubblica utilità per iniziare con gli espropri a prezzi di mercato».
A regime il passante «garantirà corse ogni cinque minuti, ogni dieci per direzione. Già oggi oltre tremila passeggeri lo usano dalle zone Fiera, Imperatore e Giachery verso l’Università e gli ospedali Civico e Policlinico e il 98 per cento dei treni è puntuale. Il progetto complessivo del raddoppio dei binari da Punta Raisi a Cefalù e poi da lì fino a Castelbuono costerà due miliardi e rivoluzionerà la mobilità dell’intero comprensorio fra Palermo e Agrigento». Sul biglietto integrato il dirigente di Rfi allarga le braccia: «Qui manca un attore, il trasporto locale è di esclusiva competenza della Regione, che deve fare la sua parte. So che Trenitalia e Regione stanno trovando la soluzione, è un fatto ineludibile e bisogna arrivarci». Palazzo lascia intendere che non si è ancora trovato l’accordo sul peso in passeggeri rispettivamente di Amat e Trenitalia, e quindi sui reciproci incassi.
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