Tondo Gioeni, continuano lavori senza sicurezza «Gli operai si sono tolti il casco perché fa caldo»

Due operai arrampicati su un ponteggio improvvisato con tavole di legno, nessuna protezione né sistema per imbracarli. Al cantiere dei lavori del Tondo Gioeni si continua a lavorare in assenza di qualsiasi norma minima di sicurezza. L’operaio in piedi, nella parte a destra della fotografia scattata questa mattina, non indossa nemmeno il casco. Una scena simile a quella che era stata immortalata anche all’inizio del mese di aprile dal segretario confederale Cgil di Catania, Claudio Longo. L’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Catania Michele Giorgianni, dopo la segnalazione, aveva dichiarato di aver «provveduto immediatamente a mandare dei controlli». A distanza di un mese, le condizioni di sicurezza non sono cambiate. 

«In questo lasso di tempo – dice l’assessore a MeridioNewsHo mandato tre volte i controlli e ho anche scritto al direttore dei lavori e al responsabile unico del procedimento. Abbiamo anche elevato delle sanzioni nei confronti della ditta cui è stato assegnato, circa due anni fa, l’appalto dei lavori». Sulla questione della sicurezza sul lavoro, però, ci tiene a precisare che «compete all’azienda che sta portando avanti il cantiere, mentre a noi spetta il controllo sull’impresa stessa. Abbiamo già fatto tutto quello che potevamo fare e continueremo a insistere per far applicare le norme. Potrei – azzarda Giorgianni – anche bloccare i lavori ma, in questi casi, più che di severità si tratta di intelligenza. L’impresa è già stata multata e continueremo a farlo, ma il problema vero è che c’è sempre una sorta di lassismo e di mancanza di consapevolezza e di percezione del pericolo. Ho mandato adesso il direttore dei lavori a controllare e ha verificato che erano senza casco perché “avevano caldo” e se lo sarebbero tolto solo temporaneamente». Così avrebbero detto i due operai al rup dei lavori che lo ha poi riportato all’assessore. 

In merito alla responsabilità dei controlli sulla sicurezza dei lavoratori i pareri, però, sono discordanti. «Quando viene esperita una gara d’appalto, ci sono delle somme che vengono estrapolate e destinate al sistema di sicurezza», spiega il segretario confederale della Cgil. Una cifra significativa che dovrebbe servire alla ditta per assicurare a costo zero un ponteggio a norma, caschetti, scarpe antinfortunistiche e tutti i dispositivi individuali di sicurezza da fornire agli operai. «Il committente, specie quando è un ente pubblico come il Comune di Catania – aggiunge Longo – deve verificare, attraverso il rup, che tutte le norme previste nell’appalto siano realmente applicate. Se l’azienda non provvede a mettere in pratica tutte le misure di sicurezza e antinfortunistiche, l’ente ha la responsabilità di vigilare. Da una parte, perché mette a disposizione i contributi per renderlo fattibile e dall’altra perché comunque ne risponde in solido insieme ai responsabili della ditta». 

Anche il committente, dunque, è responsabile di tutto quello che accade in un cantiere. «È per questo che può intimare subito alla ditta appaltatrice di rispettare quello che è previsto dal testo unico sulla sicurezza sul lavoro. Compito istituzionale sarebbe poi informare gli organi ispettivi e di vigilanza, come l’Ispettorato provinciale del lavoro, per fare in modo che si prendano dei provvedimenti». Anche l’impresa edile Capobianco Giuseppe, aggiudicataria dell’appalto, non può, comunque, esimersi dalle proprie responsabilità. Più volte contattata da questa redazione, al numero fisso della sede nessuno ha mai risposto. 

In uno degli snodi più problematici della città di Catania, l’appalto dei lavori è stato assegnato il 18 novembre del 2016, per un costo di circa 663mila euro. Il cantiere, che negli anni ha accumulato ingenti ritardi, prevede la sistemazione artistico-architettonica della parete che costeggia la rotonda. Nel dettaglio, alla fine dei lavori, saranno realizzate due fontane monumentali con acqua a cascata, rivestite in pietra, le cui vasche saranno formate da blocchi di pietra e comporranno dei doccioni. È inoltre prevista la realizzazione di un sistema di canalizzazione dell’acqua piovana.

Marta Silvestre

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