Ormai, nel Pd siciliano, le cose sono chiare: ci sono due partiti. Il primo è il partito ‘ufficiale’ (o quasi) che conta quanto il due di denari con la briscola a coppe. E’ il partito del segretario regionale, Giuseppe Lupo, appoggiato (?) dal segretario nazionale, Pierluigi Bersani. Il secondo è il partito ‘vero’, modellato sul governo Lombardo e sulla formazione professionale mangio-io, mangia-tu mangiamo-tutti. Di questo secondo partito – che è quello che decide – fanno parte il capogruppo all’Ars, Antonello Cracolici, il parlamentare nazionale, Giuseppe Lumia, Salvatore Cardinale detto Totò (e figlia parlamentare nazionale per ‘eredità’), Francantonio Genovese, Nino Papania, Luigi Cocilovo, Benedetto Adragna e, se ne abbiamo dimenticato qualcuno, i nostri lettori possono sempre andare a controllare l’elenco degli enti di formazione finanziati con l’Avviso 20.
Il secondo partito, dicevamo, è quello che decide. Tutto. Ha deciso di fare entrare il Pd nel governo Lombardo, nonostante i ‘casini’ giudiziari del presidente della Regione (‘casini’ che si sarebbero dovuti ‘sistemare’, ma che rischiano, invece, di ‘sistemare’, ma per le feste, lo stesso Raffaele Lombardo). Ha deciso che il referendum per consentire alla base del partito (che si va assottigliano di giorno in giorno…) di pronunciarsi con un “sì” o con un “no” sulla presenza del Pd nella giunta Lombardo non si doveva celebrare e non è stato celebrato. Ha deciso che la candidata a sindaco di Palermo, Rita Borsellino, doveva essere gettata a mare perché la stessa Rita – ma guarda un po’ che tipa! – rifiutava di sedersi al ‘desco’ del governo Lombardo. Oggi – e questa è fresca fresca – i ‘comandanti’ del Pd siciliano hanno deciso che la direzione regionale del Pd, manzonianamente, “non s’ha da fare”.
Vista dal punto di vista dei ‘governativi del Pd – i già citati Cracolici, Lumia, Cardinale, Papania, Cocilovo, Genovese, Adragna e via ‘formazion-professional-eggiando’ – il ragionamento non fa una grinza. Il presidente Lombardo deve fronteggiare un’accelerazione giudiziaria nei suoi confronti tutt’altro che facile. E il Pd siciliano, che ha sempre predicato l’antimafia, non può certo affrontare una direzione regionale di partito con mezzo partito infognato con un presidente della Regione incasinato con la mafia. Non scherziamo!
E poi c’è la favola del corvo e della volpe. Che c’entra, direte? Il corvo, è noto – irretito dalla volpe, che avendolo definito bellissimo, voleva sapere se la voce dello stesso corvo era bella quanto le sue fattezze fisiche – parlò e lasciò cadere a terra il pezzo di formaggio che aveva in bocca, per la gioia della volpe che se lo pappò.
Ecco, in questo momento, nel Pd siciliano ci sono tanti ‘corvi’ con la bocca ‘occupata’ tra la già citata formazione professionale, i posti di sottogoverno, i gabinetti degli assessorati e via continuando con le clientele. Appena questi parlano c’è il rischio di… Insomma, come fa Lupo a non capire certe cose…
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