Cultura e spettacoli

Tetranacria, il quartetto che dal conservatorio vuole esportare la musica popolare siciliana. «Canzoni autentiche e ancestrali»

Esportare la musica popolare tradizionale siciliana fuori dai confini della regione e magari anche all’estero. È questo uno degli obiettivi di Tetranacria, quartetto composto da tre musiciste – Agnese Buscema, Gaia De Vittoris e Gemma Guerrieri – e da un musicista, Alessandro Miglietta. Quattro studenti di conservatorio che, mettendo insieme le loro diverse formazioni musicali, hanno riarrangiato alcuni tra i pezzi più belli della ricca tradizione popolare della nostra regione. Buscema – 29enne di Modica, in provincia di Ragusa – ha conseguito con il massimo dei voti la laurea in canto pop-rock al Conservatorio Licinio Refice di Frosinone, nel Lazio. De Vittoris – 21enne originaria di Frosinone – studia violoncello sempre al Licinio Refice. Guerrieri – 23enne originaria di Sora, sempre nel Lazio – studia violino nello stesso conservatorio. Infine Miglietta, 29enne romano con un diploma accademico di primo livello in pianoforte jazz conseguito al Conservatorio Santa Cecilia di Roma e attualmente impegnato negli studi per una seconda laurea in pianoforte jazz sempre nel conservatorio romano.

Il nome del quartetto, Tetranacria, viene dall’unione di due parole: ‘tetralogia’ – cioè quattro elementi – e ‘trinacria’, cioè il simbolo che rappresenta la Sicilia. Un progetto che nasce in occasione della laurea di Buscema. All’esibizione che avrebbe concluso il suo percorso accademico la cantante modicana ha «portato un repertorio di musica tradizionale siciliana, però riarrangiato», dice Buscema a MeridioNews. «Non proprio come lo sentiamo di solito – continua la cantante – ma in uno stile con influenze pop, rock e altre collegate alla folk music». Per quell’occasione Buscema ha coinvolto Miglietta, subito dopo hanno creato la formazione a quattro «appositamente per il Festival Nazionale dei Conservatori Italiani», la cui decima edizione si è tenuta lo scorso luglio proprio a Frosinone. Il 28 luglio c’è stata la serata finale della manifestazione e il quartetto Tetranacria è arrivato terzo su 26 concorrenti provenienti dai conservatori di tutta Italia.

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Quartetto che nasce per il Festival, ma per Buscema l’interesse per la musica popolare siciliana «nasce un po’ prima, quando l’attrice agrigentina Vittoria Faro mi ha commissionato uno spettacolo teatrale su Rosa Balistreri», la nota cantautrice e cantastorie originaria di Licata, in provincia di Agrigento. «Da lì – continua Buscema – mi sono appassionata a questo stile, che da cantante non avevo mai interpretato, e ho deciso di portarlo alla laurea. Tetranacria – continua l’artista 29enne – è una storia che si è intrecciata un po’ casualmente, perché nessuno di noi si era cimentato prima in questo repertorio». La siminzina, I pirati a Palermu, Terra ca nun senti e Cu ti lu dissi sono solo alcuni dei brani che il quartetto propone. «Mi sono affezionata a questo repertorio – dice Buscema – quindi ho coinvolto Gaia, Gemma e Alessandro, che non sono della Sicilia ma hanno subito sentito profondamente questo progetto».

Per Buscema la musica tradizionale siciliana è «molto autentica, ancestrale»; una musica che per l’esibizione della sua laurea ha ripensato – poi insieme alle altre tre persone di Tetranacria – «in modo mi auguro originale e più creativo, ma è stato tutto molto casuale», ribadisce. Dallo spettacolo su Balistreri all’idea di portare queste canzoni a una seduta di laurea, passando per il Festival Nazionale dei Conservatori Italiani, Tetranacria «sta avendo riscontri positivi», dice Buscema al nostro giornale. Un quartetto composto da persone che non vengono tutte dallo stesso percorso musicale: una cantante di formazione pop-rock, un pianista che viene dal jazz, la violinista e la violoncellista invece hanno seguito un percorso classico. «Siamo un po’ un mix – dice la 29enne cantante modicana – Visto che presentavamo il progetto a un festival per conservatori, sicuramente nella fase di riarrangiamento dei brani c’è stata una cura e un’attenzione particolare per l’armonia, ma il progetto – continua Buscema – è abbastanza articolato proprio per il fatto di aver unito i nostri stili differenti, cercando di creare qualcosa in cui ognuno potesse portare la proprio identità rispetto al percorso di studi fatto».

Dopo la rapida evoluzione che il progetto ha avuto nelle ultime settimane e «un riscontro bellissimo sia dal pubblico sia dai commissari e dai maestri che al Festival dovevano giudicare» le esibizioni, ora l’obiettivo è quello di «portare la musica tradizionale siciliana fuori dai confini regionali», dice Buscema al nostro giornale. Arrivando anche all’estero? «Magari, chissà. Ci piacerebbe anche farci portatori di questo progetto all’estero, anche se forse è ancora un po’ presto – risponde – Noi stiamo lavorando per far sì che questo accada», conclude l’artista 29enne. Intanto il prossimo settembre Tetranacria entrerà in studio per registrare la sua versione di alcuni tra i più bei brani della musica tradizionale popolare siciliana.

Mauro Gemma

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