Testamento biologico, a Messina si discute del registro  Giunta potrebbe istituirlo, in attesa di norma nazionale

Messina a breve potrebbe essere possibile sottoscrivere un testamento biologico. Un documento compilato in un momento in cui si è ancora capaci di intendere e volere, da chiunque voglia lasciare anticipatamente disposizioni su quali trattamenti sanitari si intenderanno accettare o rifiutare nel caso di incapacità di esprimere la propria volontà.

A proporre stamattina l’istituzione di un registro che raccolga i testamenti biologici sono stati i consiglieri Nino Interdonato e Nicola Crisafi. «Il registro servirà a raccogliere in ordine progressivo le disposizioni, con lo scopo di garantire la certezza della data di presentazione e la fonte di provenienza – spiegano i due colleghi d’aula . Per istituirlo basterà una delibera della giunta e diventerà realtà, come già successo per la possibilità di inserire nella carta d’identità la volontà a donare gli organi». 

Un simile registro è già presente in una cinquantina di Comuni italiani. I più vicini a Messina sono quello di Palermo e Reggio Calabria. Ad Acireale ne è stata proposta l’istituzione nel 2014, ma non si è poi andati avanti. Il 27 febbraio il tema dei testamenti biologici è stato riproposto dalla vicenda di dj Fabo, che ha raggiunto la Svizzera per poter morire secondo la sua volontà rinunciando alle terapie mediche. E prima di lui ci sono stati Piergiorgio Welby, Eluana Englaro e tanti altri. 

L’articolo 32 della Costituzione prevede la libertà di scelta delle cure e sancisce che «nessuno può essere sottoposto ad una terapia medica contro la sua volontà». Attualmente in Italia chi si ritrova – a causa di un incidente, una malattia o per altri motivi – a non volere più ricevere terapie mediche che prolunghino la vita, è costretto ad andare in un altro paese. Come ha fatto il dj 39enne rimasto cieco e paralizzato a causa di un incidente.

Adesso è stato lanciato un appello alla politica, affinché l’Italia si allinei ad altre nazioni europee dove questa possibilità è legalmente prevista. Una proposta arriverà in aula di Montecitorio il 13 marzo. Il disegno di legge, intitolato Norme in materia di consenso informato e di dichiarazioni di volontà anticipate nei trattamenti sanitari, prevede che «nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata, tranne che nei casi espressamente previsti dalla legge», e che «ogni persona maggiorenne e capace di intendere e di volere ha il diritto di rifiutare, in tutto o in parte, qualsiasi accertamento diagnostico o trattamento sanitario indicato dal medico per la sua patologia o singoli atti del trattamento stesso». 

La proposta di legge non viene definita perfetta dalle associazioni che si occupano di testamento biologico, ma è considerata comunque un buon punto di partenza. In attesa che il parlamento legiferi, a Messina si prova a farsi trovare preparati. Attraverso un ordine del giorno, il sindaco e la giunta comunale saranno chiamati a istituire un registro relativo alle dichiarazioni anticipate di volontà. La proposta dei due ex vice presidenti del consiglio comunale ha già raccolto le adesioni di altri colleghi di aula.

Simona Arena

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