Finisce l’anno e, come d’abitudine, il questore di Catania si rivolge alla stampa per spiegare l’attività della polizia di Stato sul territorio. Numeri e statistiche, dietro alle quali a emergere è la fotografia della città, al centro delle sue diversificate attività criminali. Da quelle storiche, legate a organizzazioni mafiose, corruzione, scontri e violenze nel mondo delle tifoserie; a quelle più recenti come l’immigrazione clandestina, la cosiddetta tratta degli esseri umani, e i nuovi pericoli legati al terrorismo internazionale. Argomento, quest’ultimo, su cui Marcello Cardona dedica una lunga parentesi. E in particolare, sull’attentatore di Berlino, morto a Sesto San Giovanni in seguito all’intervento di due agenti durante un controllo di routine, ospite in passato di una comunità per minori a Belpasso. «A gennaio abbiamo fatto un quadro sul tunisino Anis Amri – spiega il questore – dicendo che era un soggetto molto pericoloso».
La minaccia terroristica
Ad attivare i controlli degli investigatori, nel 2011, era stata una rissa all’interno della struttura alle pendici dell’Etna, in seguito alla quale «i nostri operatori hanno attivato un processo di indagine molto approfondito su quello che succedeva in quel periodo nell’istituto», aggiunge il questore. «Un’attività – continua Cardona – conclusa nel giugno del 2015. Quando abbiamo dato un quadro completo dell’attentatore dicendo che era una persona molto pericolosa e radicalizzata». Sempre sulla possibile presenza di cellule nel territorio etneo Cardona ha sottolineato l’attivazione di particolari protocolli preventivi. «Abbiamo dovuto modificare assetto per il terrorismo. Per la messa di Natale, per esempio, abbiamo incrementato i controlli, per far sì che non succedano altri episodi drammatici come quello in Germania o a Nizza».
Gli ultras e il tifo
In controtendenza con i dati del passato, i vertici della polizia hanno inoltre parlato di un progressivo abbassamento della tensione per quanto riguarda gli ambienti ultras e del tifo organizzato. «La tifoseria catanese è sempre stata indicata come difficile – argomenta il dirigente – ma in questo anno ha avuto un comportamento diverso, che potrebbe presagire una possibile comparazione con gli ambienti europei per senso di calore e aggregazione». Un’immagine che tuttavia stride con alcuni fatti di cronaca, come per esempio i cinque provvedimenti di Daspo emessi dopo l’assalto all’autobus dei tifosi della Juve Stabia, avvenuto il 27 agosto 2016. Recentemente, inoltre, lo storico gruppo A sostegno di una fede ha annunciato il suo scioglimento.
La riorganizzazione dei commissariati
Al centro del resoconto anche la riorganizzazione dei commissariati di zona, cavallo di battaglia dell’amministrazione Cardona, ma più volte contestata sia dai sindacati di polizia che dagli operatori sanitari degli ospedali cittadini. «L’accentramento dell’attività burocratico-amministrativa ha liberato i commissariati (Librino, Nesima, Borgo Ognina, Centrale e San Cristoforo), consentendo loro di riprendere il territorio». Una scelta che secondo Tommasso Vendemmia del Siap rappresenta però l’opposto, «un vero e proprio arretramento dello Stato nei quartieri».
Crimini minori
Nella documentazione fornita alla stampa, si parla inoltre di una una diminuzione dei furti all’interno di appartamenti (si passa da un dato numerico di 503 commessi lo scorso anno a 410 dell’anno in corso). Stesso discorso per le automobili. A essere state rubate nel 2015 sono state 1614 vetture mentre sono 1361 nel 2016. Per quanto riguarda scippi e borseggi, invece, gli agenti parlano di un calo. Gli episodi sarebbero infatti diminuiti da 354 a 197 mentre per i borseggi si è passati da 468 a 359. Sul versante del contrasto alle attività di spaccio e di ricettazione di armi da fuoco, i reparti antidroga, infine, hanno sequestrato più di mille chili di marijuana, 164 grammi di cocaina, 33 di sostanze sintetiche, otto pistole e dodici fucili.
Polizia amministrativa
Fitta è stata infine l’attività di controllo nei locali della ristorazione e dei bar del territorio catanese. Sono stati 651 i controlli amministrativi effettuati nel corso dell’anno che hanno portato a 95 contravvenzioni depenalizzate, a 46 persone deferite all’autorità giudiziaria, e al sequestro di un immobile e quaranta apparecchi elettronici da gioco. «Ricordo con simpatia la lettera inviata da un noto avvocato catanese a un quotidiano – conclude il questore – sostenendo che nel locale del suo assistito ci fossero soltanto tre blatte. Ecco – aggiunge – noi vorremmo che non ce ne fosse neanche una».
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