Ormai è un fuoco che divampa. Prima il professore Massimo Costa, economista e grande conoscitore dei problemi dell’Autonomia siciliana, promotore di un appello per una Sicilia libera e federalista che si dissocia dal Mpa, criticando, più o meno velatamente, il ‘cappellismo’ di alcuni dirigenti di questo partito (ovvero la straordinaria capacità di andare a posizionare la propria bandiera in tutte le manifestazioni autonomiste).
Ora, anche nel Mis, il Movimento per l’Indipendenza della Sicilia, monta la protesta. E, fioccano le dimissioni. Che succede tra gli indipendentisti siciliani, ai quali va sicuramente riconosciuto il merito di avere contribuito a svelare l’altra faccia della storia siciliana?
Succede che la base non tollera più la vicinanza, considerata ‘eccessiva’, del presidente, Salavatore Musumeci, con il partito dell’ormai ex governatore, Raffaele Lombardo. “Il problema non è Lombardo in sé” ci dice una militante “ma il Mis deve auto governarsi, non può subire diktat esterni”. Diktat che avrebbero portato ad una gestione alquanto monocratica del Movimento da parte di Musumeci, che avrebbe anche trascurato di riunire gli organi del Movimento dinnanzi a decisioni strategiche, come quelle che riguardano le alleanze politiche in vista delle regionali.
Proprio l’avvicinarsi delle elezioni, ha fatto esplodere il malumore. E ieri , a dare le dimissioni dal Mis, è stato un ‘pezzo da novanta’, il vice segretario nonché porta voce ufficiale, Santo Trovato. Cui hanno fatto seguito quelle di un’altro gruppo di militanti: ” Ho tentato di dire la mia sui diktat esterni, e di arginarli, ma senza successo” dice Trovato a LinkSicilia “questa eccessiva vicinanza di vertici del Mis al Mpa, mi ha portato a rassegnare le dimissioni. Non potevo restare, avrei tradito la fiducia di tutte le persone che hanno creduto in me e lo spirito stesso delle nostre battaglie che impongono libertà di azione e libertà di condizionamenti dai partiti politici”.
A prendere il posto di Trovato è stato chiamato Carmelo Cuschera ( militante non di Gela, come ci fa notare una esponente del Mis in un commento, ma di Agrigento): “Nulla contro Carmelo, ma il problema della libertà del Mis- dicono dalla base- resta”.
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