Incendio di Bellolampo: ci resta solo la magistratura

Alla fine, come sempre avviene in Italia, per capire quello che sta succedendo saremo costretti a chiedere aiuto alla magistratura. Perché, di fatto, è ormai l’unica istituzione di questo sgangherato Paese che riesce ancora a dare qualche risposta ai cittadini.

Quello che sta succedendo in giorni e in queste ore a Palermo è semplicemente incredibile. Da quattro, cinque, forse sei giorni – neanche questo si riesce a capire – una discarica satura, forse la più grande della Sicilia, una discarica che dovrebbe essere già chiusa da qualche anno, brucia. E’ la discarica di Bellolampo. Allo stato attuale dei fatti non sappiamo nemmeno se l’incendio è doloso. Nulla di nulla.

Dunque, da quattro, cinque, forse sei giorni una grande discarica brucia, avvelenando non solo l’aria, ma anche le nostre vite, i campi coltivati, la frutta e gli ortaggi che forse finiscono sulle nostre tavole, gli animali, la carne, le uova, i formaggi e, in generale, tutti gli esseri viventi di un comprensorio enorme. Dove ritroviamo una grande città come Palermo, ma anche altri piccoli e grandi centri.

Da sabato ad oggi abbiamo visto alternarsi tre o quattro venti diversi: dunque le polveri, la diossina e altri veleni sono arrivati ovunque.

Ci saremmo aspettati, sin dal primo giorno dell’incendio, un comunicato ufficiale dell‘Azienda sanitaria provinciale di Palermo (Asp 6) per avvertire i cittadini sugli eventuali pericoli per la salute pubblica. Ma questo comunicato, ancora oggi, non lo abbiamo letto. Perché?

Chissà, magari il direttore generale sarà dalle parti dell’Asp di Ragusa, dove è stato nominato commissario straordinario. In fondo, quella del Governo Lombardo, è stata una scelta ‘oculata’ e ‘intelligente’. In fondo, l’Asp 6 è una ‘piccola’ Azienda, quasi ‘insignificante’: dunque il direttore generale si può dividere tra il capoluogo dell’Isola e Ragusa. I risultati si vedono. Il buon governo innanzi tutto, onorevole Lombardo. 

Dietro l’Asp 6 c’è l’assessorato regionale alla Salute. Prima si chiamava Sanità: ora è la Salute. La nostra salute? In questo caso, no. Perché nemmeno da questi uffici, bontà loro, sono arrivate informazioni.

Abbiamo la fortuna di avere una seconda struttura regionale che si occupa e si preoccupa della nostra salute e della salubrità dell’ambiente in cui viviamo: è l’Arpa, sigla che sta per Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente. L’Arpa ha informato i cittadini palermitani e gli abitanti dei Comuni vicini di quello che sta succedendo? Sappiamo quali sostanze tossiche stiamo respirando? Sappiamo quali cibi potrebbero essere stati contaminati? Fino ad ora, no.

Dietro l’Arpa c’è l’assessorato regionale al Territorio e Ambiente. Tanti tecnici bravissimi. Tra i dipendenti di questa branca dell’amministrazione pubblica ci sono anche biologi e medici. Anche loro ci potrebbero informare. Ma non lo hanno fatto.

Siccome siamo una Regione ‘speciale’ – non per l’Autonomia, che in questo caso non c’entra nulla – speciale per spendere denaro pubblico senza controllo, abbiamo creato anche la Protezione civile regionale che opera in stretto raccordo con la Protezione civile nazionale. Sorvoliamo sul costo di questa struttura: in questo caso ci saremmo aspettati informazioni: ma informazioni, anche dalla Protezione civile regionale, non ne sono arrivate.

C’è anche la Provincia regionale di Palermo. Con i Nopa, sigla che sta per Nuclei operativi per la protezione ambientale. Anche da loro, forse, ci aspettavamo qualche informazione. Invece, nulla.

Quindi il Comune di Palermo. Con il Sindaco, Leoluca Orlando, che almeno qualcosa l’ha detta. Non molto. Ma almeno sappiamo che la discarica di Bellolampo ‘viaggia’ tra una gestione che sta a metà tra Regione siciliana e Governo nazionale, visto che l’Amia, l’Azienda comunale che gestisce la discarica, è commissariata.

Infine c’è il Prefetto di Palermo. Che è il responsabile dell’ordine pubblico.

Ebbene, con tutte queste ‘autorità’, ci sono parti della città di Palermo – le più vicine in linea d’aria a Bellolampo – i cui cittadini, in questi giorni, sono stati abbandonati a se stessi. Anche se è un’illusione pensare che i veleni abbiano colpito soltanto una parte della città.

Chi abita nei piani alti dei palazzi di viale Strasburgo racconta che in questi giorni, la mattina presto, si vedeva una nuvola di fumo nera scendere dalle montagne per diffondersi in tutta la città. I veleni sono arrivati ovunque. Noi non li abbiamo visti. Forse, in questo momento, li stiamo respirando. Forse si sono depositati sulle nostre auto. Sui vetri dei nostri balconi. Se abbiamo aperto le finestre, nelle poltrone delle nostre abitazioni.

Signor Procuratore della Repubblica di Palermo, per cortesia, può cercar di capire quello che sta succedendo? Appena sa qualcosa ci può informare?

Grazie.

Foto sopra tratta da greenme.it

Foto di prima pagina tratta da flickr.com

 

Redazione

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