«Non dobbiamo agire sull’onda emotiva. Faremmo un grave errore». È questo il primo messaggio lanciato dal presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, che nella tarda serata di ieri ha incontrato i sindaci dei Comuni più colpiti dal sisma (Acireale, Aci Bonaccorsi, Aci Sant’Antonio, Santa Venerina, Viagrande e Zafferana Etnea) nella sede della protezione civile regionale a San Giovanni La Punta. «Mi sorprendo quando qualcuno si sorprende delle attività sismiche. La Sicilia è la regione più esposta d’Italia e nel contempo quella meno attrezzata dal punto di vista infrastrutturale. L’80 per cento delle nostre scuole non è a norma, così come molti degli edifici strategici».
Alla riunione erano presenti anche gli assessori alla Salute, Ruggero Razza, e alle Infrastrutture, Marco Falcone, il capo della protezione civile regionale Calogero Foti e il dirigente generale del dipartimento tecnico regionale Salvatore Lizzio. «Siamo abituati – ha aggiunto Musumeci – a convivere con le scosse e anche con i danni agli edifici. Stiamo cercando di capire come si evolverà l’attività effusiva e sismica, oltre a interrogarci se i Comuni hanno il piano di protezione civile. Insomma, se tutto è predisposto perché si possa affrontare e gestire al meglio una condizione di emergenza. Gli sfollati? Speriamo possano tornare presto nelle loro case perché non si può vivere in un Palasport o in un albergo se non per alcuni giorni. Noi dobbiamo invece vigilare sulle infrastrutture, su quelle particolarmente sensibili come gli ospedali e le scuole. Sono questi i veri temi che devono fare riflettere tutti».
Intanto, una riunione straordinaria della giunta regionale è stata fissata per oggi pomeriggio (nella sede etnea della Regione Siciliana) per dichiarare lo stato di calamità a seguito del terremoto e richiedere a Roma la dichiarazione di emergenza. Nelle aree colpite dal sisma oggi faranno visita anche i vicepremier Matteo Salvini – che ieri mattina ha postato una foto in cui mangiava a colazione pane e nutella prima di ringraziare i vigili del fuoco al lavoro tra le macerie – e Luigi Di Maio, che, interpretando erroneamente le dichiarazioni del capo della protezione civile nazionale sul raffreddamento della lava e quiescenza dell’attività eruttiva, aveva detto che che «la situazione pare essere più tranquilla».
La terra nel Catanese continua a tremare anche questa mattina. Gli strumenti dell’Ingv hanno registrato alle falde dell’Etna una decina di scosse di bassa intensità. La più forte di magnitudo 2.7 alle 7.15 a circa sette chilometri a nord-est di Adrano. Altri eventi più significativi si sono verificati alle 4.40 a Zafferana Etnea di magnitudo 2.0 con ipocentro a due chilometri di profondità, e a Ragalna alle 2.18 di magnitudo 2.1 a una profondità di nove chilometri. La scossa di magnitudo 4.8 delle della notte di Santo Stefano è considerato dall’Ingv come uno dei terremoti più energetici mai registrati sul vulcano. Continua anche l’eruzione che è iniziata la vigilia di Natale.
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