Dopo molti mesi la via Stesicoro, una delle arterie viarie più importanti della città, che collega Termini alta con la città bassa, torna percorribile, ma tra molti mugugni. I lavori, inseriti nel Piano triennale delle opere pubbliche 2013/2015 e accompagnati dal parere favorevole della Soprintendenza ai Beni culturali di Palermo e degli altri organi competenti, hanno riguardato il recupero e la messa in sicurezza degli archi di Via Stesicoro e delle passerelle di transito sopraelevate adiacenti, comprese nel tratto stradale tra Piazza San Carlo e la Via Demma. Sono stati effettuati la bonifica e il recupero degli archi, delle murature in trincea, della passerella pedonale, di tutte le pavimentazioni e dei relativi sotto servizi. Nella fattispecie, gli interventi hanno riguardato: il risanamento conservativo di tutti gli archi e della passerella di collegamento esistente, la ripavimentazione e riqualificazione delle corsie laterali ed adiacenti gli archi stessi, il rifacimento nel sottosuolo delle nuove reti di adduzione idrica e fognaria.
«È stata una grave perdita perché i termitani non scendevano più dalla via – hanno detto alcuni commercianti di via Armando Diaz -. Per quanto riguarda il rifacimento delle fognature, è stata una cosa molto positiva. Chiudere però di netto un’arteria così importante è stato molto esagerato. Dovevano creare un percorso alternato». Dello stesso avviso anche l’assessore alla Vivibilità Lelio Minasola per il quale in questi mesi il traffico «ha pagato un grosso prezzo per la chiusura di questo tratto importante della rete viaria cittadina tuttavia erano lavori necessari e improrogabili sia perché rientravano nel Piano triennale 2013/2015, sia perché si doveva garantire la sicurezza della viabilità». Gli archi sono stati demoliti dagli americani quando entrarono a Termini Imerese durante il secondo conflitto mondiale e li hanno distrutti perché ostruivano il passaggio ai carri armati. A causa delle spinte laterali dei due quartieri, gli archi sono stati costruiti più alti e in cemento armato. Il fatto che il cemento armato si fosse scolorito, aveva dato un’omogeneità di colore.
«Capisco il malcontento dei termitani – ha commentato la consigliera 5 Stelle Manuela Sinatra -, ma quello che mi preme sottolineare è il fatto che nessun arco originale in pietra è stato demolito e che l’intervento ha solamente ripristinato la condizione originale degli archi in cemento armato costruiti dopo la guerra, in sostituzione di quelli distrutti. Probabilmente le reazioni allora furono anche peggiori visto che sì, a quel tempo, il confronto fra i nuovi e gli archi in pietra rimasti ancora intatti era più duro da mandare giù. Poi il tempo ha fatto il suo corso, ha depositato la sua patina su quegli archi, li ha ingialliti, chiazzati di muffe, effluorescenze e macchie e li ha pian piano storicizzati, tanto che fino a qualche tempo fa nessuno se ne è mai lamentato. Ecco – ha concluso – lasciamo lavorare il tempo».
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