Se da una parte il vicepremier Luigi Di Maio festeggia l’accordo sull’Ilva tra sindacati e ArcelorMittal, dall’altra sono tante le vertenze industriali ancora aperte per il ministro dello Sviluppo economico. Tra le più spinose c’è la riconversione infinita di Termini Imerese che, dopo l’abbandono di Fiat del 2011, ancora attende di definire la propria sorte. L’ultimo dei tanti incontri al ministero dello Sviluppo economico si è tenuto il 18 luglio: avrebbe dovuto svolgersi all’interno dello stabilimento Blutec ma poi è stato spostato a Roma, all’ultimo momento e non senza polemiche. Da quel momento sono passati quasi due mesi, e dal governo Lega-5stelle non si è levato neanche un cenno nei confronti del territorio del palermitano. Un’assenza di intervento che preoccupa, soprattutto perché nell’ultimo verbale si rimandava a una nuova «verifica della situazione» proprio per settembre.
«In un batter di ciglio ci ritroviamo nel mese di settembre – dice il sindaco di Termini, Francesco Giunta – senza che all’orizzonte si intraveda uno spiraglio in questa lunghissima e dolorosa vertenza. L’aspetto che ancor più mi preoccupa è il volgere a termine del 2018 e conseguentemente degli ammortizzatori sociali. Sin dall’insediamento del governo, mi sarei aspettato maggiore attenzione per una vertenza tutta siciliana, regione che tanta fiducia ha riposto nel M5s visti gli ottimi risultati ottenuti. Purtroppo il riscontro è stato pari a zero. Se il ministro Di Maio e il nutrito raggruppamento politico dei rappresentanti locali del M5s desiderano concretamente darci una mano, che battano un colpo».
Già a luglio il primo cittadino aveva polemizzato con il capo politico pentastellato per la scelta improvvisa del cambio di programma (e di sede), col risultato che né le rappresentanze sindacali territoriali né lo stesso Giunta avevano partecipato all’incontro romano, preferendo piuttosto partecipare al presidio indetto dai lavoratori termitani. All’appuntamento del 18 luglio, Blutec ha garantito che nel dicembre 2018 verrà prodotto il doblò elettrico (l’unica commessa che finora Fca ha garantito), promettendo che «con le altre attività impiegherà tutti i 649 dipendenti».
Anche se resta da capire quali saranno queste attività, visto che il piano industriale è ancora da definire. «Il doblò non risolve i problemi dei 700 lavoratori del diretto e dei 300 dell’indotto – attacca Roberto Mastrosimone, segretario regionale della Fiom Cgil – Certamente è necessario definire un piano industriale serio e adeguato per collocare tutti i dipendenti. Voglio ricordare che a fine anno scadrà la cassa integrazione per i 700 lavoratori di Blutec, e in più c’è l’indotto. Una delle priorità deve essere, quindi, il rinnovo degli ammortizzatori sociali per tutto il 2019, mentre si deve meglio definire il rapporto tra Blutec e Fca. Al momento – aggiunge – noi sindacati non abbiamo ricevuto nessuna convocazione al Mise, ed è indispensabile che arrivi la settimana prossima, perché ci vogliono poi altri 10-15 giorni per definire l’incontro. Ci auguriamo che al prossimo tavolo, questa volta, il ministro Di Maio possa esserci, visto che sia a Termini che in Sicilia i 5stelle hanno preso molti voti».
La procura ha chiesto al gup di Palermo Lorenzo Chiaramonte il rinvio a giudizio dei presunti mandanti…
Una neonata è morta ieri subito dopo il parto nell'ospedale Garibadi-Nesima di Catania. A dare la…
Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti rende noto che oggi, alla presenza del ministro…
Una dimostrazione davanti a bambini e bambine dell'asilo e della scuola primaria, con colpi di…
Rinviati a giudizio con l'accusa di depistaggio. Giuseppe Di Gangi, Vincenzo Maniscaldi, Angelo Tedesco e…
Avrebbe accoltellato un 19enne perché quest'ultimo ha offerto una sigaretta alla sua fidanzata. Un 16enne…