Francesco Giunta a poche ore dal ballottaggio grazie al quale ha ottenuto la poltrona di primo cittadino, spiega il successo elettorale così: «Ha vinto il progetto di una città normale». Sottolinea proprio questo aspetto il neo sindaco, nel senso che più che puntare su una progettualità di rilievo, la sua amministrazione partirà «dalle piccole cose, come rendere ordinario il funzionamento dei servizi in città». Nel corso della campagna elettorale infatti Giunta non ha posto l’accento sulla realizzazione di grandi opere, come mega impianti industriali, ma ha parlato della funzionalità dei servizi, che, dice, sarà il suo punto di partenza. Certo in seguito, precisa, ci sarà una fase successiva nella quale le grandi opere potranno essere messe in agenda, però «Termini – sottolinea ancora Giunta – ha subito negli ultimi tempi delle vicende alterne, come il trauma della gestione commissariale e la prima cosa da restituire ai termitani è la normalità».
Tra le vicende che hanno avvelenato uno dei più estesi centri della palermitano si può annoverare di certo la campagna elettorale che ha contribuito forse a tenere lontani i cittadini dalle urne. Anche dopo l’arrivo dei risultati definitivi il suo avversario, Vincenzo Fasone ha rilanciato l’ipotesi incandidabilità avanzata in prima istanza dal Movimento Cinque Stelle.
Giunta, sostenuto dal centrodestra durante la competizione elettorale, potrà contare su dieci seggi al consiglio comunale: cinque ottenuti grazie alla lista a lui collegata #FrancescoGiunta2017, tre di Forza Italia e due di Fratelli d’Italia. Tra questi eletta l’assessora designata Licia Fullone e il coordinatore cittadino Giuseppe Di Blasi. Per quanto riguarda i suoi avversari politici, oltre al seggio che spetta di diritto al candidato sindaco sconfitto Fasone si annovera anche la riconferma del consigliere uscente Lelio Minasola, candidato nella lista a sostegno della candidatura di Pippo Preti, Termini al centro e l’unico seggio attribuito al M5s che va a Maria Terranova.
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