Chiedere conto della gestione economica delle Terme di Acireale negli anni tra il 2006 e il 2009 a sindaci e membri del Cda. Potrebbe essere questo il primo passo per iniziare a sbrogliare una matassa che, anno dopo anno, è diventata sempre più inestricabile. Ma bisogna fare in fretta perché la strada che passa dall’azione di responsabilità ha un termine che scadrà tra pochi mesi. Il sito, la cui storia recente è ben lontana dai fasti del passato, dal 2010 è in liquidazione, in ottemperanza a quanto predisposto dalla legge regionale 11/2010 che prevede la concessione ai privati della gestione delle strutture mantenendone pubblica la proprietà.
A oggi, però, nessun passo avanti è stato fatto e l’attualità parla di una situazione in cui i debiti – 14 milioni quelli accertati nel 2013 dall’attuale liquidatore Luigi Bosco, frutto anche di mutui inspiegabilmente non pagati a partire dal 2005 – vanno di pari passo con un attendismo che potrebbe portare presto al pignoramento di parte delle strutture, su tutti l’Hotel Excelsior e l’antistante centro polifunzionale. Il tutto, a vantaggio di futuri acquirenti che potrebbero beneficiare di un’importante svalutazione degli immobili.
Ma un primo squarcio potrebbe essere aperto. Si tratta, appunto, della possibilità di promuovere un’azione di responsabilità nei confronti dei sindaci in carica e dei componenti del consiglio di amministrazione che ha guidato le Terme di Acireale S.p.A nel periodo compreso tra il 2006 e il 2009. si analizza la gestione delle risorse economiche e si potrebbe paventare il danno erariale.
Stando, infatti, al parere dello studio legale Stagno D’Alcontres di Palermo, che è intervenuto nel febbraio del 2012 su richiesta del socio unico (la Regione, ndr), ci sono i margini per avviare l’azione di responsabilità nei confronti di quella gestione.
I tempi, tuttavia, sono ridotti e a sottolinearlo è il gruppo parlamentare all’Ars del Movimento 5 Stelle che con un’interrogazione all’Ars lo scorso 3 aprile ha chiesto di accelerare le pratiche: «Bisogna dare mandato – si legge nel documento – nel più breve tempo possibile ai competenti organi dell’amministrazione di promuovere l’azione di responsabilità […], tenuto conto l’azione può essere esercitata entro cinque anni dalla cessazione dell’amministratore dalla carica». Termine, dunque, che scadrebbe tra qualche mese.
Nell’attesa di capire se la macchina amministrativa si metterà a moto, sullo stato delle partecipate si è espresso nei giorni scorsi anche il presidente della Regione, Rosario Crocetta, che ha ribadito come dietro di esse in passato si siano celate sacche di cattiva amministrazione che hanno trasformato tali società in veri e propri carrozzoni . Tuttavia, lo stallo attuale pare anch’esso frutto di un mancato coordinamento tra politica e burocrazia: «Oggi – dichiara il coordinatore del Forum permanente sulle Terme di Acireale, Rosario Faraci – bisognerebbe che la Regione stabilisca ruoli e obiettivi. Al momento, infatti, abbiamo il presidente che dà indicazioni politiche, i dirigenti che fanno altro perché vincolati dalle carte e il liquidatore che gestisce nei limiti del possibile il patrimonio che si ha, perché non ha ricevuto chiare indicazioni sul da farsi. In sintesi, si può dire che tali diversi livelli di responsabilità creano spesso confusione».
La deputata regionale Marianna Caronia lascia la Lega e passa a Noi moderati. Caronia, che…
«La concessione è legittima, ma se il Comune ce lo chiede ufficialmente, siamo pronti alla…
Ci sarebbe un guasto tecnico dietro l'incidente in parapendio di mercoledì scorso a Milazzo, in…
Sabato 23 novembre Anpas Sicilia, l’Associazione nazionale delle pubbliche assistenze, incontra i sindaci e le…
Revoca della concessione. È quello che chiede il sindaco di Catania, Enrico Trantino, a proposito…
Controlli dei carabinieri in alcuni fondi agricoli situati nei pressi del torrente esondato salto del…