Ha un nome e un volto il presunto autore del tentato omicidio di ieri a Biancavilla. Si tratta di Marcello La Delfa, 35enne pregiudicato biancavillese (con alla spalle una condanna per maltrattamenti), che avrebbe esploso, a distanza ravvicinata, tre colpi di arma da fuoco – pare una pistola a tamburo – contro il concittadino Antonio Erba, 27enne muratore incensurato. Secondo la ricostruzione, alla base del gesto ci sarebbe un legame sentimentale che la moglie di La Delfa, in un periodo di allontanamento dal marito, aveva intrecciato con Erba. Il 35enne è stato rintracciato dai carabinieri della compagnia di Paternò e dai colleghi del comando di Biancavilla: lo hanno raggiunto, grazie al gps del suo cellulare, a Giardini Naxos, dove si trovava con la moglie. La Delfa, a quanto sembra, sarebbe giunto nella città messinese nel primo pomeriggio.
A fermarlo sono stati i carabinieri giardinesi. Il 35enne è stato condotto nella caserma dei carabinieri di piazza Giovanni Verga a Catania, dove – davanti alla sostituta procuratrice Michela Maresca, che lo ha interrogato fino a mezzanotte – si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il fermato, assistito dall’avvocato Giuseppe Milazzo,è apparso agli inquirenti molto confuso. Adesso si trova rinchiuso nel carcere di piazza Lanza. Gli atti dell’inchiesta saranno trasmessi al giudice per le indagini preliminari Sebastiano Fabio Di Giacomo Barbagallo e per lunedì è fissato l’interrogatorio di garanzia. Lo scorso maggio Marcello La Delfa era stato arrestato, poi sottoposto ai domiciliari in casa dei genitori e quindi rimesso in libertà, per maltrattamenti in famiglia ai danni proprio della moglie, la quale si era rifugiata con i figli fuori provincia. Successivamente sarebbe avvenuto il ritorno della moglie e il riavvicinamento al marito.
Quest’ultimo per, per gli investigatori, non avrebbe digerito il legame che sua moglie avrebbe avuto con la vittima. Ricostruendo i fatti: l’agguato è avvenuto, tra le 13 e le 13.10 di ieri, nella stretta via San Zenone, traversa di via Etnea. Il giovane stava camminando verso la sua abitazione, ma è stato raggiunto dagli spari. Immediati sono scattati i soccorsi, e sul posto è arrivata un’ambulanza. A chiamare il 118 è stato un collega della vittima. Antonio Erba, infatti, sia pure ferito, avrebbe telefonato all’amico raccontandogli cosa era successo. A prestare i primi soccorsi i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Paternò insieme ai colleghi della stazione locale. Il giovane muratore è stato trovato riverso per terra, a faccia in giù.
Il 27enne avrebbe avuto la forza di urlare «Mamma, mamma», seppure immobile. La madre è arrivata sul posto pochi istanti dopo. A tenerlo vigile e a rassicurarlo, in attesa dell’arrivo dell’ambulanza da Bronte, un carabiniere della stazione di Biancavilla. Dopo i primi soccorsi da parte dei medici, il giovane è stato trasportato in ambulanza in via della Montagna, dove ad attendere c’era l’elisoccorso che l’ha trasferito all’ospedale Cannizzaro di Catania. Qui i medici avrebbero sottoposto il ferito a un delicato intervento chirurgico alla spina dorsale: uno dei proiettili è entrato dalla schiena, nel suo tragitto avrebbe lacerato la colonna vertebrale per poi uscire dall’addome. L’uomo in passato aveva subito l’incendio della sua macchina, una Ford focus data alle fiamme in via Palmiro Togliatti.
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