Nellepoca della biopolitica, cyberdemocrazia, cyberspazio e ipertrofia mediatica si innesta organicamente e provocatoriamente la mostra di Natale Platania Immagini digitali, disegni, e sculture. Dal 2005 al 2007, inaugurata martedì 26 Giugno nelle Cucine del Monastero dei Benedettini e visibile sino al 5 Luglio.
Lartista catanese propone alcune opere, tra le più significative dellultimo periodo, in cui è ben chiara lidea di fondo di tutta la sua produzione. Siamo nellepoca delle passioni tristi, del tempo come attimalità, dello spodestamento della parola da parte dellimmagine. Tutta la nostra percezione è ormai mediata, e da tempo ha lasciato il posto ad una sorta di mito della comunicazione in sé che partendo dallhomo sapiens finisce per approdare allhomo videns. Limmagine sembra espropriata, diventa allegoria vuota, assenza di significato, grado zero di senso.
Avvalendosi dunque delle derridiane tecniche de-costruzioniste, Platania tenta di creare un linguaggio nuovo, nuovi tropi che ci possano appartenere davvero, che siano parte integrante della nostra Lebensform, della nostra forma di vita, come Wittgenstein ci ha insegnato. Egli supera lidea di unarte autoreferenziale ed egocentrica, in cui è il soggetto che decide o no di aprirsi allaltro per giungere allessente assente dellessere. La sua è arte che vuole riflettere la fioritura del postcontemporaneo, i dintorni del nostro agire, i nostri modi di vedere il mondo e anche talune esperienze che si sono sedimentate e hanno finito per essere strutturate metodicamente.
Il lessico delle sue opere vuole perciò riflettere la realtà, non come pura essenza, ma per come essa è interpretata dalla persona. Ecco perché egli pone al centro della sua produzione il patrimonio materiale e immateriale della persona e del gruppo dappartenenza. È abilissimo nel condensare pluralità di linguaggi, registrandoli in un unico supporto o testo. I nuovi media sono ormai i personal media e Platania questo lo traduce splendidamente mettendo in evidenza lantropomorfizzazione tipica della socialità contemporanea.
Egli inoltre mette in luce la situazione di interattività e di convergenza dei linguaggi, che a poco a poco dialogano tra di loro, come in una polifonia Bachtiniana. La logica dellartista è forse quella di ridare valore positivo al campo semantico e allo spazio in cui lopera darte si staglia, cambiando non i linguaggi, ma le regole semantiche stesse. Limmagine per Platania nasce dalla differenza, o differanza, nello scarto cioè tra lopera e lopera, nello sguardo verso un terzo desiderato spazio, né propriamente per lartista, né per lopera in sé, dove scivola tutto il silenzio, il non-espresso delle narrazioni, dove larte è scritta sul corpo e i linguaggi sono come pelle, che sfregandosi producono immagini o parole come dita.
Lopera di Platania, fluttuando dentro la polisemia dei significati, nella frammentarietà e nel pastiche comunicativo fugge da sé, ma schernendosi nello stesso tempo ad essa ritorna. Laltrove è dentro.
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