«Purtroppo avevamo ragione. Così come temevamo, l’editore Mario Ciancio ha deciso di smantellare Telecolor. Ieri sera la proprietà di questa emittente, riconducibile di fatto a Mario Ciancio, ci ha comunicato l’avvio della procedura per il licenziamento di ben nove dei tredici giornalisti in organico». Iniziava così il comunicato con cui il 23 febbraio del 2006 i giornalisti di Telecolor annunciavano il loro forzato abbandono all’emittente. Oggi, quasi nove anni dopo, la Cassazione ha definitivamente deciso il reintegro di alcuni di quei cronisti: Alfio Sciacca, Fabio Albanese, Walter Rizzo, Nicola Savoca, Katia Scapellato e Giuseppe La Venia. «La famiglia Ciancio rispetti le sentenze della giustizia italiana e paghi i propri debiti», commentano.
I giudici della Cassazione hanno confermato quanto era stato già deciso dalla Corte d’Appello nel settembre del 2012. I giornalisti erano stati licenziati senza giusta causa, adesso dovranno essere risarciti e gli dovranno essere versati i contributi di questi lunghi anni. «La Suprema Corte – affermano i sei in una nota congiunta – ha confermato che nel 2006 i giornalisti furono licenziati ingiustamente da Telecolor e andavano reintegrati nei loro posti di lavoro. Cosa che non è mai avvenuta. Ma c’è di più: Telecolor non ha rispettato neppure le sanzioni pecuniarie stabilite dai giudici del lavoro. Per quasi nove anni noi e le nostre famiglie abbiamo subito in solitudine tutto il peso legato alle difficoltà di una ricollocazione professionale praticamente impossibile a Catania e in Sicilia».
Due anni fa, dopo l’annunciato rischio di altri licenziamenti a causa della crisi economica dell’emittente, furono avviati contratti di solidarietà per 24 dipendenti. Situazione peggiore nell’altra tv privata di proprietà della famiglia Ciancio, Antenna Sicilia, dove invece sono scattati i licenziamenti.
La decisione di oggi della Cassazione permette ai sei giornalisti reintegrati di guardare al futuro con maggiore serenità. «La sentenza – si legge ancora nella nota – ha anche un grandissimo valore morale perché conferma anche che fu spazzato via un gruppo di lavoro abituato semplicemente a fare il proprio mestiere di raccontare i fatti. Circostanza che, purtroppo, a Catania rischia di diventare eversiva. Ora la giustizia, seppur lenta è definitivamente arrivata scrivendo una parola di verità che molti hanno cercato di stravolgere. Noi giornalisti ex di Telecolor ci attendiamo adesso che il gruppo Ciancio ottemperi a una sentenza divenuta ormai inappellabile. Dal canto nostro – conclude la nota – siamo pronti a intraprendere qualunque azione la giustizia ci consenta per vedere finalmente riconosciuti i nostri diritti».
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