«Aveva già detto che non sarebbe rimasto per tutti e quattro gli anni del suo mandato, ma solo per metà». Il presidente del Teatro Stabile Nino Milazzo «ha presentato ieri la lettera di dimissioni al consiglio di amministrazione – dicono dall’ufficio stampa dell’ente – e rinunciato irrevocabilmente a tutte le sue mansioni». Ma il numero legale non è stato raggiunto e quindi, almeno formalmente, l’assemblea non ha potuto ratificarle. Il termine che Milazzo si era dato era scaduto a luglio. «Ha deciso di mantenere la carica per altri due mesi solo per ragioni legate a questioni di bilancio». Resterà, almeno sulla carta – delegando i poteri a cui ha rinunciato -, fino a quando non sarà eletto il successore.
Nella lettera con cui fa il bilancio della sue gestione, Milazzo scrive di «accanimento burocratico che qualche ufficio della pubblica amministrazione esercita sul Teatro» a proposito dei fondi economici sui quali l’ente basa la sua attività. Ma pure di «azione denigratoria, spinta talora fino alla protervia della diffamazione, che alcuni soggetti collegati a ben circoscritte aree politiche e sindacali hanno condotto contro il gruppo dirigente». E nei due anni trascorsi a guida dello Stabile «non mancano i motivi di soddisfazione», non nasconde «l’amarezza per ciò che poteva essere e non è stato». Conclude infine facendo gli auguri al proprio successore, non ancora nominato dal Comune: «Spero che il mio successore sia più efficiente di me e che il contesto in cui dovrà svolgere il suo compito sia più sereno e benigno di quello che è toccato a me».
«Il presidente Nino Milazzo non ha abbandonato il Teatro – dice a MeridioNews il vice presidente Jacopo Torrisi – Ha solo rinunciato a svolgere alcune funzioni del suo incarico per ragioni personali legate alla sua salute». In base a quanto stabilito dallo statuto, tocca a Torrisi prendere in carico – in caso di indisponibilità del presidente – compiti come «firmare alcuni documenti ed essere presente quando lui non potrà».
Ma ogni scelta sulla direzione del Teatro «sarà discussa e condivisa con lui – precisa a MeridioNews Torrisi – come sempre lo è stata finora». Proprio qualche giorno fa – per la presentazione del calendario degli spettacoli – il presidente Milazzo aveva preannunciato il suo possibile allontanamento. «È stato ed è ancora l’anima dello Stabile. Si è sempre speso per garantire la sopravvivenza del Teatro e, se ha ancora qualche possibilità di vita, è grazie a lui».
Le condizioni economiche dell’ente non sono positive. «Come tutti i teatri pubblici viviamo dei contributi che ci dà la Regione – aggiunge Torrisi – non produciamo ricchezza ma cultura». E sulle speranze riguardo al futuro, conclude: «Siamo ottimisti, ma i dati degli ultimi anni sono demotivanti e, se la politica dei tagli continuerà, sarà difficile andare avanti».
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