Originario di Modica ma figlio adottivo di Catania, per più di vent’anni è stato il direttore amministrativo del teatro Massimo di Palermo dopodiché ha svolto a titolo gratuito il ruolo di sovrintendente della Fondazione teatro Garibaldi della sua città natale, una mansione che ricopre attualmente per la l’Orchestra sinfonica siciliana. Il profilo è quello di Giorgio Pace, l’esperto di risanamenti finanziari di enti culturali scelto dalla Regione Siciliana per guidare il Teatro Stabile di Catania. La nomina di Pace a commissario straordinario avrà «l’ufficialità fra dieci giorni», sottolinea lui, e arriva dopo le dimissioni dell’ex presidente Salvatore La Rosa. In questo lasso di tempo Pace si confronterà con i lavoratori in stato di agitazione ormai da mesi, con l’assemblea dei soci e con i sindacati. E proprio da questi ultimi arrivano molte attestazioni di stima per il futuro tenente delle casse dello Stabile.
«Chiedevamo il commissariamento del teatro da tempo e siamo contenti che per questo ruolo sia stato scelto un professionista della produzione culturale», commenta Davide Foti della sigla Slc-Cgil. Nel frattempo ai lavoratori della sala di via Giuseppe Fava sono stati pagati due stipendi, quelli relativi ai mesi di gennaio e di febbraio. Sebbene manchino ancora le sei mensilità del periodo compreso tra marzo e giugno, i dipendenti «hanno tirato un respiro di sollievo, sciolto l’assemblea permanente e sono rientrati in servizio, mantenendo comunque uno stato di agitazione», spiega Foti. Che si indigna per l’ultimo «atto vile nei confronti degli operatori del teatro ai quali sono state emesse buste paga a cifra zero per il mese di maggio, per via delle proteste».
Una conferma sull’episodio arriva dal dipendente e sindacalista Antonio Giardinieri, che dice: «È un’assurdità soprattutto perché siamo stremati e viviamo una situazione drammatica. L’unica cosa che ci fa andare avanti è la speranza che con il commissario esterno le cose possano migliorare». Le buste paga a importo zero però «non sono ancora arrivate, ce le hanno a Palermo», sottolinea Giardinieri. Che ripone «fiducia nelle prime operazioni di Pace». A spiegare quali saranno a MeridioNews è il professionista stesso.
Non ci si aspetti che me ne vada in giro col cappello in mano a chiedere l’elemosina
«Per prima cosa dovrò studiare le casse dell’ente: so che il bilancio è disastroso mentre quello di riequilibrio è praticamente assente», dichiara Pace. «C’è da intervenire pure sul personale dipendente: i loro contratti verranno ritrattati perché devono rispondere a maggiore produttività, utilità e flessibilità», continua. Alla base dei problemi dello Stabile catanese ci sarebbe una «una forte anarchia a più livelli», dice. «L’ente deve trovare la chiave giusta per diventare più produttivo e per sfruttare appieno il fascino della propria storia e le proprie potenzialità».
Come raggiungere l’obiettivo? In primo luogo «riconquistando la fiducia degli abbonanti, dei curiosi e dei giovani», precisa Pace. Per lui il potenziamento e ripristino dell’ente culturale catanese passa comunque dal risanamento dei debiti e dell’avvio di una gestione rivolta a non crearne altri, destinando «le energie dei componenti del teatro a tutti i livelli alla produzione artistica, che deve essere rimessa al centro di ogni discorso». Un fronte, quest’ultimo, per il quale il futuro commissario intende «ricercare fondi messi a disposizione dall’Unione europea». Ma «non ci si aspetti che io me ne vada in giro con il cappello in mano a chiedere l’elemosina». Per risollevare le sorti dello Stabile «farò sicuramente leva su una cosa: l’amore di questa città per il suo teatro».
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