«Io non sono Otello, ma potrei anche esserlo. Cosa posso fare per non esserlo?». Secondo Giuseppe Dipasquale, direttore artistico del teatro Stabile etneo, è questa la domanda che le rappresentazioni teatrali dovrebbero tornare a suscitare nei giovani. Un obiettivo per il quale uno dei principali enti cittadini sta lavorando, attraverso i social network e una nuova iniziativa: Il teatro conviene, riduzione del biglietto a cinque euro dedicata agli under 30, riservata a una serie di titoli che fanno della modernità la loro impronta e fino all’esaurimento dei posti disponibili, da prenotare via email. Il primo spettacolo, fino al 16 febbraio, è La vertigine del drago, della giovane autrice e attrice Alessandra Mortelliti e con la regia e interpretazione di Michele Riondino, conosciuto al pubblico soprattutto per il ruolo da protagonista nella serie tv Il giovane Montalbano.
L’idea nasce da un’esigenza: «La difficoltà di attrarre in massa i giovani, perché non è solo il teatro ad avere bisogno di loro, ma soprattutto il contrario – spiega Dipasquale – Questo ci spinge ad aprire ogni possibile canale di promozione affinché quella che consideriamo un’arte dello scopo educativo e di riflessione possa trovare il suo pubblico principale nei giovani, sui quali si costruisce il futuro della società». Eppure oggi così distanti dalle scene, non solo per la spesa economica che andare a teatro comporta, ma anche per la scelta di altri intrattenimenti che parlino la loro stessa lingua.
Per questo, al centro dell’iniziativa dello Stabile non c’è solo la riduzione del biglietto. «La programmazione, almeno nel sui impatto iniziale, si deve attrezzare per andare incontro a gusto del pubblico giovane – continua il direttore artistico – Per fargli dire “Ehi, stanno parlando anche di me che vivo in questo millennio”». E magari portarlo così alla curiosità di scoprire anche i grandi classici sui quali lo stesso Stabile è impegnato in un’operazione di svecchiamento. «Prendiamo ad esempio l’Otello con Luigi Lo Cascio, un volto noto al grande pubblico che sta costruendo una lettura della tragedia estremamente moderna, dove la patina di una eventuale classicità non esiste più e ci si orienta invece alla coscienza del giovane», racconta Dipasquale.
Un tentativo di avvicinamento che non passa solo dagli spettacoli. «La stagione del teatro Angelo Musco (tra le strutture gestite dallo Stabile, ndr) è fatta proprio per questo – anticipa il direttore artistico – Sarà un centro che dovrà attrarre i giovani anche durante il giorno per un’esperienza ludica, la caffetteria che creeremo dovrà essere luogo di ritrovo, di dibattito e di lettura». Intanto si è cominciato ieri con la prima di La vertigine del drago: la storia di un giovane naziskin, Francesco, che incontra una ragazza rom, Mariana. La vicinanza forzata tra i due smusserà le differenze e farà loro capire come poi non siano così diversi.
«Un’ora e venti di buon teatro con una drammaturgia efficace e un linguaggio diretto e moderno per una vicenda che riguarda i nostri giorni – descrive lo spettacolo Dipasquale – L’incontro tra i due diventa emblematico di come, a volte, i conformismi sono il pericolo della nostra vita quotidiana. Alla prima di ieri, davanti a un pubblico di giovani, sono scattati dieci minuti di applausi e questo capita quando lo spettacolo passa davvero». Non solo tra i giovani perché, conclude Giuseppe Dipasquale, «il teatro è continua provocazione e anche le altre generazioni abituate a frequentarlo possono continuamente confrontarsi con il cambiamento».
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