Teatro, si è alzato il sipario sulla nuova stagione a L’Istrione In programma riduzione di Shakespeare per i pupi siciliani

«Abbiamo intitolato la stagione Tutto per bene, come buon auspicio, affinché si possa finalmente
ricominciare sia nel teatro, ma anche nelle nostre vite, con la speranza
che tutto davvero vada per bene!»
Valerio Santi, direttore artistico del Teatro L’Istrione, a Catania, non poteva sicuramente scegliere titolo migliore per
la nuova stagione inaugurata qualche giorno fa. La sala di via Federico De Roberto, dopo due anni di
inattività, ha riaperto le porte al proprio pubblico e lo ha fatto portando in scena Lu Cavaleri Pidagna di
Luigi Capuana, grande classico del teatro popolare. Sul palco, oltre a Valerio Santi, che ne ha curato anche
la regia, Concetto Venti, Salvo Scuderi, Mirella Petralia, Marta Limoli, Federica Amore, Davide Politano
e Marta Grasso
. Lo spettacolo, graditissimo dal numeroso pubblico presente, era uno di quelli inseriti
nel cartellone dell’ultima stagione allestita prima della pandemia. 

Direttore, finalmente la ripresa tanto attesa è arrivata. Come è stato il debutto post-Covid?

«Questo inizio di stagione è stato molto faticoso. Quando è stato dato il via libera alla capienza massima
delle sale in zona bianca, noi avevamo già avviato la campagna abbonamenti. Avevamo previsto più
turni rispetto ai soliti e avevamo reso disponibili solo il 50 per cento dei posti, così come da normativa
vigente. Poco prima del debutto abbiamo dovuto cambiare tutto, ma, per fortuna, siamo riusciti a fare
tutto in tempo. La cosa più importante per noi è aver riaperto ed essere riusciti a portare nuovamente la
gente a teatro, e vi assicuro che questa è sempre stata la cosa più difficile, a maggior ragione adesso tra
green pass e vaccini». 

Come è stato tornare sul palco, all’interno del proprio teatro, dopo tutto questo tempo?

«La risposta del pubblico è stata meravigliosa. Nei tre giorni di spettacolo, oltre ai prenotati e agli
abbonati, si sono presentate tante persone al botteghino per acquistare il biglietto. Sono stati in tanti, poi,
quelli che ci hanno aspettato fuori dal teatro per complimentarsi o anche solo per salutarci. Percepire
tanto affetto da parte del pubblico è stato meraviglioso. Ci siamo resi conto di essere davvero mancati al
nostro pubblico. È stato bello capire che esiste ancora qualcuno che considera il teatro come un bene
primario e che vede l’arte e la cultura non come degli svaghi, ma come delle cose realmente importanti». 

Crede che ancora i mestieri artistici siano sottovalutati?

«Purtroppo il nostro è un lavoro ancora poco riconosciuto come un lavoro vero. Sono in molti che ancora
non capiscono che dietro la messa in scena di uno spettacolo c’è una lunga preparazione, a volte anche di
mesi, che coinvolge non solo gli artisti sul palco ma anche numerose maestranze. In questi lunghi mesi di
stop, la nostra categoria ha sofferto tanto, abbiamo ricevuto pochissimi sussidi e siamo
rimasti bloccati in un limbo senza nessuna certezza. Adesso siamo tornati e speriamo di non doverci più
fermare». 

La stagione del Teatro L’Istrione continuerà con altri cinque spettacoli. Il 5, 6 e 7 novembre verrà messo
in scena La Tragedia di Riccardo III di William Shakespere nell’adattamento e riduzione per pupi catanesi
di Alessandro Napoli. Il 10, 11 e 12 dicembre sarà la volta di Una cernia di troppo di Valerio Santi, novità
assoluta che vedrà sul palco, oltre all’autore, anche Filippo Brazzaventre e Marina La Placa. L’11, il 12 e
il 13 febbraio
Concetto Venti, Salvo Scuderi e Tino Mazzaglia daranno vita a I ciarlatani in Ispagna di
Eugène Scribe. L’8, il 9 e 10 aprile è in programma Anfitrione di Tito Maccio Plauto con Filippo
Brazzaventre, Debora Bernardi e Valerio Santi. A chiudere la rassegna il 27, il 28 e il 29 maggio sarà La
musica dei ciechi
di Raffaele Viviani con Valerio Santi, Rosaria Francese, Salvo Scuderi e Concetto
Venti.

Alessia Sapienza

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