«Andare a teatro per assistere a spettacoli erotici crea un momento di socializzazione diverso da quello del cinema a luci rosse o del filmino visto a casa. È un rito sociale dove potersi confrontare e superare argomenti considerati tabù». È questo l’esperimento di un gruppo di attori e registi etnei al teatro Piscator di Catania, dove nel mese di novembre andrà in scena tEatROS – I tre gradi dell’erotismo, una rassegna di teatro erotico che gioca sul gusto per la novità e la provocazione all’insegna della leggerezza.
Un erotismo «essenzialmente di parola» che diventa il fil rouge dei tre spettacoli incentrati sulla «estrema professionalità delle produzioni», di cui si fa garante l’attore e regista catanese Francesco Di Vincenzo, direttore artistico della rassegna, che tra una prova e l’altra racconta a MeridioNews come il debutto sia «il compimento della prima fase di un percorso iniziato al teatro della Posta vecchia di Agrigento circa dieci anni fa, quando sono stati messi in scena una serie di testi di autrici femminili a tema erotico, dagli adattamenti delle liriche di Saffo ai romanzi della francese Florence Dugas».
Nel 2006, racconta Di Vincenzo, era arrivato il momento di dare vita alla prima rassegna con un testo e la direzione artistica di Tinto Brass ma il progetto non è andato in porto e il gruppo ha deciso di ritentare quest’anno. «Lo storico teatro catanese Piscator ha accettato la nostra sfida di portare sul palco un po’ di provocazione con un prodotto nuovo e accattivante, e speriamo che vada bene».
Nasce così il cartellone che vede in programma Lolita di Camillo Sanguedolce, Francesco Di Vincenzo e Barbara Gallo – dall’11 al 13 novembre – tratto dalla sceneggiatura che Vladimir Nabokov scrisse per l’omonimo film di Stanley Kubrick negli anni ’60 e che per il regista si può considerare «un classico del genere, anche se per certi versi sembra anacronistico e superato». Il secondo appuntamento è con Alpheus – il 19 e il 20 novembre – della compagnia di pupari siracusani Vaccaro-Mauceri, che metterà in scena con i suoi pupi il mito di Alfeo e Aretusa.
A chiudere la rassegna – dal 25 e al 27 novembre – Il girotondo, lo spettacolo «più forte» fra i tre. La rappresentazione nasce da una raccolta di racconti anonimi provenienti dalla rete e messi insieme da Erika Lust, regista svedese che da anni vive a Barcellona e si occupa di cinema a tema erotico, con film e cortometraggi «spinti ma trattati con il garbo che solo le donne possono avere», spiega Di Vincenzo. Che li ha scelti perché sono un po’ lo specchio dell’erotismo al femminile, rappresentano «lo sdoganamento del genere e permettono di affrontare l’argomento non in chiave chiusa, buia, nascosta e perversa, ma anzi con estrema leggerezza», conclude il regista.
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