«Una giornata lunga, faticosa ma positiva», è stato questo il commento di Gianni Puglisi, presidente della Fondazione teatro Biondo alla fine della maratona di riunioni che si sono susseguite nel pomeriggio di ieri fino a sera inoltrata. Sul piatto il destino dello Stabile, che viaggia in piena turbolenza dopo gli scontri sui tagli e il deficit culminati con le dimissioni del direttore Roberto Alajmo. Alajmo destinato, almeno fino a prova contraria, a restare alla guida del teatro. Il suo passo indietro, infatti, non è stato – come da previsioni – preso in considerazione dal Cda, che non ha inserito il tema tra quelli all’ordine del giorno della prima delle tre riunioni di ieri, quella in cui il Consiglio di amministrazione ha messo nero su bianco un nuovo piano di rientro per venire incontro alle richieste dei soci, incontrati poche ore dopo.
Rimangono i tagli. Diversi tra i dipendenti del Biondo, come previsto, rischiano il posto. Si tratta tuttavia, come specificato dalla dirigenza del teatro, di un piano molto articolato, che non potrà comunque vedere la luce senza prima una discussione con i sindacati. Un punto di inizio, più che di svolta, da cui iniziare a scrivere il futuro prossimo dell’ente. E per parlare di questo piano si sono seduti al tavolo delle trattative, subito dopo il Cda, i soci: la Fondazione, rappresentata dal presidente Puglisi, che guida anche il Cda, ma soprattutto il Comune di Palermo, per conto del quale c’era il sindaco Leoluca Orlando e la Regione, rappresentata dal dirigente Sergio Gelardi. Proprio Comune e Regione sono ago della bilancia nella vicenda, essendo loro i principali finanziatori del Biondo. Per quanto riguarda il governo cittadino, i fondi per lo Stabile sono stati messi a Bilancio anche per il 2016, inseriti nel previsionale da poco approvato arriveranno nelle casse del teatro non appena sistemate le normali questioni burocratiche. Ben diversa la situazione della Regione, che il suo di Bilancio è ancora lontana dal metterlo in cascina, ma che ha garantito il rinnovo degli impegni già presi negli anni passati.
I dettagli tecnici del piano si conosceranno durante la giornata di oggi. È lecito pensare che i sindacati comunque chiederanno battaglia sul fronte dei licenziamenti e che il documento sia dunque tutto ancora in divenire. Ma il Cda, che si è infine riunito ancora una volta in forma straordinaria dopo l’incontro con i soci, ha una possibile soluzione tampone alla quale appellarsi: quella dei prepensionamenti. Più indolore dei tagli al personale, che comunque sono di complessa attuazione e richiedono in ogni caso un investimento in denaro per le buonuscite dei futuri ex dipendenti. Sarebbero cinque o sei nella pianta organica del Biondo quelli prossimi alla pensione che potrebbero vedere così anticipato il proprio addio alle scene. Insomma, la dieta tanto temuta da Alajmo ci sarà, sarà lo stesso giornalista – a meno che non voglia rinnovare il proprio addio – a guidarne l’attuazione. Secondo quanto trapela dalla dirigenza non si può fare altrimenti. I soci, seppure bene intenzionati, non hanno la minima intenzione – né, pare, la possibilità – di rimpinguare per gli anni a venire il capitolo di spesa che riguarda lo Stabile. Eppure si tratta di un terreno che Comune e Regione potrebbero evitare con un piccolo ritocco all’insù delle cifre promesse, che basterebbe a garantire nel prossimi anni la sopravvivenza dell’ente. Per cui un piccolo innesto ulteriore potrebbe risolvere molti problemi e scongiurare i licenziamenti e la riduzione nella programmazione. Ma così non sarà.
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