Si è concluso in serata con un nulla di fatto l’incontro convocato nel pomeriggio al ministero dello Sviluppo economico dedicato ad Almaviva, per affrontare il nodo del trasferimento a Rende dei primi 154 lavoratori palermitani della commessa Enel in scadenza. Il viceministro Teresa Bellanova, fanno sapere i sindacati in una nota unitaria «ha sentito tutte le parti separatamente, e fino a questo momento non si è determinato nessun punto di equilibrio che possa essere risolutivo». La delegazione sindacale siciliana quindi «ritiene irricevibili le condizioni sintetizzate in ristretta dal committente e da Exprivia. Tutto ciò produce ulteriore incertezza sulla pelle dei lavoratori ricattati da Almaviva , rimasta sorda alle richieste del Sindacato e delle istituzioni di sospendere formalmente i trasferimenti. Non è questo il risultato delle battaglie straordinarie che il sindacato ha fatto per le clausole sociali, elemento di civiltà e di garanzia occupazionale».
«È inaccettabile che colossi economici giochino con la pelle dei lavoratori seguendo logiche esclusivamente economiche e di profitto – spiega Rosy Contorno della Uilcom – Siamo pronti alla trattativa costruttiva ad oltranza ma non accetteremo condizioni ricattatorie. Se non si trova una soluzione su questa vertenza, oltre a perdere centinaia di posti di lavoro, ipotecheremo definitivamente la civiltà di questo paese».
Il segretario della Slc Cgil Maurizio Rosso, prima della riunione aveva parlato di «provvedimento pretestuoso: il lavoro si può switchare, non c’è bisogno di spostare i lavoratori del call center. Siamo riusciti a creare un tavolo dedicato al settore unico in Italia, un tavolo dedicato ad Almaviva al ministero, un fondo strutturato per il settore. Non riusciamo a comprendere come si possa pensare di chiudere due centri importanti come Campania e Lazio o trasferire i lavoratori di Palermo a Rende, decisione che lascia intravedere licenziamenti mascherati».
La riunione è stata aggiornata a giorno 20 ottobre alle ore 18, al fine di sollecitare il committente Enel «a garantire i volumi di attività e le tutele contrattuali – concludono i sindacati – idonei a sostenere i livelli occupazionali di tutti i lavoratori». Di Roma e Napoli si parlerà al tavolo fissato per giorno 27.
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